Oggi riteniamo corretto dare un po’ di numeri:
Secondo le stime (sottolineiamo STIME) preliminari, il periodo di incubazione del Coronavirus può variare da 0 a 14 giorni (con una mediana di 5,6 giorni)
Il tasso di letalità (numero di decessi/numero totale di casi confermati) in Cina, è del 2,3% e si basa sui 1.023 decessi tra 44.415 casi confermati in laboratorio all'11 febbraio, queste cifre, nel corso dell’epidemia, potranno variare e saranno aggiornate. Al di fuori della Cina il tasso di mortalità sembra inferiore, ma è presto per dirlo, visto che il destino di molte delle persone affette in altri Paesi non è ancora segnato.
Sulla base del numero di infezioni totali stimato, si può calcolare la percentuale di casi diagnosticati e non, in cui la malattia risulta fatale. Al momento le stime di tale tasso variano dallo 0,3%, all’1%.
Secondo i modelli matematici le sole restrizioni di viaggio producono un effetto modesto: per essere efficaci esse avrebbero dovuto essere combinate con altri interventi di sanità pubblica, come l'isolamento precoce dei casi e altre forme di restrizioni di mobilità .
Dai dati ufficiali risulta inoltre che il COVID 19 è un virus particolarmente pericoloso per le persone che presentano già compromissioni di salute importanti. Un articolo apparso il 17 febbraio sul ‘Chinese Journal of Epidemiology’ per esempio evidenzia come il tasso di mortalità per i contagiati sopra gli 80 anni sia pari al 14,8% mentre sotto i 50 anni non superi lo 0,4%. A rischiare di morire sono inoltre molto di più le persone con patologie pregresse come le malattie cardiovascolari (10,5% di mortalità), il diabete (7,3%), i problemi respiratori (6,3%) e l’ipertensione (6,0%), mentre i soggetti sani risultano molto più resistenti.
Senza nulla togliere alla pericolosità del virus, si tratta di indicazioni che mettono il COVID 19 su un livello di rischio per la salute non molto distante da quello di una normale influenza stagionale che in Italia alla quarta settimana del 2020 ha causato in via diretta e indiretta secondo i dati dell’ Istituto Superiore di sanità una media giornaliera di circa 230 decessi..
Rispetto alla SARS che presentava un tasso di mortalità quasi del 10% o all’Ebola che uccideva la metà dei contagiati, il paragone con il COVID 19 è anche molto più rassicurante e nonostante l’elevato livello di contagiosità il virus appare assai meno letale.
Purtroppo le persone mediamente reagiscono in modo completamente irrazionale di fronte a fenomeni che i media descrivono in modo tale da fare scattare paure e emozioni.
L’isteria mediatica è tale da generare comportamenti che niente hanno a che fare con la gestione del problema. Le persone modificano le abitudini quotidiane più banali, interi settori commerciali vanno in crisi per paura di entrare in contatto con merci provenienti da zone addirittura lontanissime dall’epicentro dell’epidemia in Cina.
Fonte: Quotidianosanità.it
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