I giovani Fabiano Bariani e Andrea Crivelli hanno contribuito alla stesura del volume che ripensa la città nella sua globalità.
Mercoledì 23 settembre 2015 è stato presentato presso la Camera dei Deputati il libro 'NextPolis. Idee per la #cittàdidomani' edito dalla prestigiosa Marsilio Editori per la collana Tempi.
La pubblicazione, la cui prefazione è stata scritta dal sindaco di Firenze Dario Nardella, raccoglie i contributi teorici di numerosi professionisti, accademici e amministratori pubblici, tutti impegnati a ridefinire, o meglio sarebbe dire, a ripensare la città vista nella sua globalità.
Per rispondere a questa esigenza è nata l'Associazione Next Polis, punto di contatto per giovani, che pur avendo storie diverse, hanno trovato un luogo di contatto, decidendo, così, di dare una risposta collettiva veicolando il messaggio che 'siamo le città che viviamo'.
Coautore del libro sono anche due novaresi della Bassa, Fabiano BARIANI, architetto di Cerano e Andrea CRIVELLI, consigliere comunale di Trecate, il quale affronta con il suo contributo intitolato 'Partecipazione 2.0: luci e ombre del tecnoentusiasmo' il tema della Polis partecipata.
«Next Polis oltre ad essere una esperienza editoriale capace di instaurare collaborazioni con realtà locali- afferma l'architetto Bariani - è un laboratorio, un pensatoio culturale e politico che vuole fare rete con personalità del mondo dell'accademia, della cultura, del mondo produttivo, del sociale e della politica; tutto per dare un cuore pulsante alla next polis, ovvero la città di domani», e parlando del suo capitolo presente nel libro, intitolato 'Ripensare l'Architettura per ripensare la Città' rimarca «l'importanza dell'architettura nei processi dinamici delle città e nella capacità di trasmettere una memoria collettiva attraverso i suoi monumenti. Inoltre la figura dell'architetto, assume una grossa responsabilità nel progettare gli spazi di coesione degli uomini, facendo così della sua professione un atto puramente "politico", cioè di creazione della polis, e per tanto politico nel senso più etimologico del termine. Non di meno è avere una 'weltanschauung' (una visione del mondo) che deve essere la base di ogni idea, la quale sappia necessariamente coniugare il concetto di tradizione con quello di innovazione in una ottica definibile 'archeofuturista'».
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