RIFLESSIONE SU UN TEMA MOLTO ATTUALE.
Novara, 27 settembre 2019
Se non voglio avere in Italia persone di altre etnie che rubano, violentano, sporcano, credo di non poter essere definita razzista.
Se volessi che il Governo (di qualsiasi partito sia) pensi prima agli italiani e poi ai migranti credo di non poter essere definita razzista.
Se non considero giusta l’accoglienza indiscriminata, quindi anche di possibili terroristi e di gente che NON scappa da guerre, ma semplicemente viene qui vestita bene con catene d’oro e cellulari perché pensa che siamo il paese di bengodi credo di non poter essere definita razzista.
Se non mi piace, ogni volta che vado al supermercato , sorbirmi l’immigrato di turno che mi dice tre volte buongiorno (per avere la moneta), ma non alza nemmeno un dito per aiutarmi a scaricare la spesa credo di non poter essere definita razzista.
Se mi fa orrore vedere gente che fa pipì e altro in giro per la città a cielo aperto credo di non poter essere definita razzista.
Se ho paura di attraversare la piazza della stazione (sia a Milano che a Novara che in qualsiasi altra città) perché è piena di immigrati nullafacenti che bevono, spacciano droga, scippano la gente, credo di non poter essere definita razzista.
Se non mi piace essere importunata per strada da uomini che mi chiedono insistentemente di comprare la loro paccottaglia, incuranti del mio no, credo di non poter essere definita razzista.
Credo invece di essere nel giusto, perché non ho alcun problema per esempio a farmi visitare da un dottore o da un’infermiera di colore; non ho alcun problema a scambiare due parole con un muratore di colore; non ho alcun problema a salire su un autobus dove ci sono persone di colore.
La realtà è che secondo me stiamo scambiando per poveri cristi delle persone che invece vengono qui col chiaro scopo di essere mantenuti senza lavorare, e questo io non lo accetto.
Copyright Daria Perez
Se non voglio avere in Italia persone di altre etnie che rubano, violentano, sporcano, credo di non poter essere definita razzista.
Se volessi che il Governo (di qualsiasi partito sia) pensi prima agli italiani e poi ai migranti credo di non poter essere definita razzista.
Se non considero giusta l’accoglienza indiscriminata, quindi anche di possibili terroristi e di gente che NON scappa da guerre, ma semplicemente viene qui vestita bene con catene d’oro e cellulari perché pensa che siamo il paese di bengodi credo di non poter essere definita razzista.
Se non mi piace, ogni volta che vado al supermercato , sorbirmi l’immigrato di turno che mi dice tre volte buongiorno (per avere la moneta), ma non alza nemmeno un dito per aiutarmi a scaricare la spesa credo di non poter essere definita razzista.
Se mi fa orrore vedere gente che fa pipì e altro in giro per la città a cielo aperto credo di non poter essere definita razzista.
Se ho paura di attraversare la piazza della stazione (sia a Milano che a Novara che in qualsiasi altra città) perché è piena di immigrati nullafacenti che bevono, spacciano droga, scippano la gente, credo di non poter essere definita razzista.
Se non mi piace essere importunata per strada da uomini che mi chiedono insistentemente di comprare la loro paccottaglia, incuranti del mio no, credo di non poter essere definita razzista.
Credo invece di essere nel giusto, perché non ho alcun problema per esempio a farmi visitare da un dottore o da un’infermiera di colore; non ho alcun problema a scambiare due parole con un muratore di colore; non ho alcun problema a salire su un autobus dove ci sono persone di colore.
La realtà è che secondo me stiamo scambiando per poveri cristi delle persone che invece vengono qui col chiaro scopo di essere mantenuti senza lavorare, e questo io non lo accetto.
Copyright Daria Perez