Proviamo a pensare ad una giovane donna italiana che decide di fare la volontaria in una ONG in Kenya. Una ragazza che pensa di poter dare qualcosa a chi è nato meno fortunato di lei e che invece si scontra con una realtà durissima, che neppure osava immaginare, perché alla sua età, 23 anni, i sogni sono tanti e le illusioni anche.
Un brutto giorno la giovane si ritrova improvvisamente assalita da una banda di uomini armati che la prende e la porta via senza tanti complimenti, che la rapisce insomma e che la tiene prigioniera in un posto sconosciuto, sicuramente poco ospitale, col caldo, gli insetti e soprattutto la paura.
Non ha idea del motivo per cui l’hanno rapita, lei non è una VIP, non ha soldi, è una normale ragazza bianca, perché la sua vita dovrebbe valere per i suoi sequestratori? E invece non sa che lei vale molti soldi, proprio perché è italiana e perché è bianca. E a loro poco importa se è una persona importante o no, è una persona, anzi una donna straniera e questo per loro basta e avanza per ottenere un riscatto.
La vita di Silvia va avanti senza che qualcuno le dica che il suo Paese di origine, l’Italia, si sta muovendo per trattare e che sta chiedendo ai rapitori di avere la prova che la ragazza è viva. Non sa niente per mesi e mesi, finchè un giorno la obbligano a fare un video (è il mese di gennaio 2019) in cui deve dire che sta bene.
Lo fa.
Appare in abiti tradizionali Somali, ma, a guardare bene il girato ,la bocca parla, ma gli occhi sono pieni di terrore.
Dopo il video le voci – che ancora non hanno trovato alcuna conferma e sono appunto ancora solo voci –dicono che si è sposata con uno dei suoi rapitori musulmano, che è stata molto malata, che ha subito torture di ogni tipo , che è incinta e soprattutto che si è convertita all’Islam.
Quest’ultima affermazione sembra essere confermata , ma ancora una volta è obbligatorio il “sembra”– dal fatto che appena liberata e trasferita nell'ambasciata italiana in Somalia, ha rifiutato, di mettersi degli abiti occidentali spiegando di essere "una convertita”.
Cosa le è successo?
Immaginiamo di aver subito un rapimento e una prigionia durata un anno e mezzo in un mondo sconosciuto e lontanissimo dalla realtà in cui siamo nati e cresciuti , senza sapere se sopravvivremo o meno, se qualcuno si sta muovendo per salvarci , se qualcuno sa che non siamo morti……..
Psicologicamente questo ci distrugge. Mina la nostra volontà, ci fa sentire abbandonati , soli e il terrore è il nostro compagno di ogni giorno.
L’istinto di sopravvivenza prende il sopravvento e allora iniziamo – pur di continuare a vivere – ad adattarci alla nuova condizione in cui siamo obbligati a cambiare il nostro sistema di credenze e il nostro modo di pensare, di provare emozioni e di agire magari anche accettando di contrarre un matrimonio e a lasciarci convincere che la nostra religione è sbagliata.
Si chiama lavaggio del cervello, oppure ,più comprensibilmente ,un trauma a causa del quale la persona viene ridotta a una sorta di robot che non agisce di propria spontanea volontà, ma è stato condizionato.
Quindi per sapere quanto c’è di vero in tutte le illazioni avanzate dovremo aspettare che la ragazza sia di nuovo consapevole di dove si trova adesso e sia in grado di pensare lucidamente e di dire la sua verità .
Se davvero avrà abbracciato l’islamismo allora sarebbe più giusta l’eventuale sua libera scelta di tornarsene in quei luoghi per sempre.
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Foto tratta dalla pagina FB Silvia Romano libera