Novara 13 maggio 2020
La quarantena ha portato in tutti noi la consapevolezza che molte delle attività che facevamo fuori possono essere tranquillamente svolte da casa.
Si può lavorare grazie allo smart working –( e lo abbiamo fatto), fare la spesa online e vedersela recapitare a domicilio, (e lo abbiamo fatto) parlare con amici e parenti via skype o videochiamata, (e lo abbiamo fatto) se non si esce non si corre il pericolo di infettarsi, (e non siamo usciti) non è necessario avere il superfluo (e non lo abbiamo cercato), ci si può tingere i capelli in “fai da te” (e lo abbiamo fatto)…
L’idea di continuare così evitando di prendere la metro , di fare le code e l’apericena , preferendo la dimensione proprio salotto a quella salottiera è ancora molto forte, nonostante si sia già entrati nella fase2.
Pigrizia? Probabilmente no. Adeguamento? Probabilmente sì. Paura? Indubbiamente perché la possibile recrudescenza dei contagi a causa del ri-affollamento di strade, mezzi e uffici non è così impossibile.
Inoltre, molti manager, dipendenti, professionisti grazie al lockdown si sono riappropriati degli spazi e dei tempi che con il lavoro avevano perduto ed è logico che facciano fatica a riprendere i ritmi frenetici di una volta… anche perché mai si è lavorato così tanto come in questi due mesi chiusi tra le mura domestiche.
Però attenzione! Se si rimanda la riapertura dell’ufficio adottando la scusa che prima bisogna sanificare, poi comprare i gel igienizzanti ecc , si rinviano appuntamenti ( in realtà fattibilissimi) con Clienti o colleghi, forse significa che si è caduti in preda al distanziamento a-sociale, il che non va bene perché il distanziamento deve e dovrà - anche nella fase 3 - essere fisico, non sociale.
COPYRIGHT DP
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La quarantena ha portato in tutti noi la consapevolezza che molte delle attività che facevamo fuori possono essere tranquillamente svolte da casa.
Si può lavorare grazie allo smart working –( e lo abbiamo fatto), fare la spesa online e vedersela recapitare a domicilio, (e lo abbiamo fatto) parlare con amici e parenti via skype o videochiamata, (e lo abbiamo fatto) se non si esce non si corre il pericolo di infettarsi, (e non siamo usciti) non è necessario avere il superfluo (e non lo abbiamo cercato), ci si può tingere i capelli in “fai da te” (e lo abbiamo fatto)…
L’idea di continuare così evitando di prendere la metro , di fare le code e l’apericena , preferendo la dimensione proprio salotto a quella salottiera è ancora molto forte, nonostante si sia già entrati nella fase2.
Pigrizia? Probabilmente no. Adeguamento? Probabilmente sì. Paura? Indubbiamente perché la possibile recrudescenza dei contagi a causa del ri-affollamento di strade, mezzi e uffici non è così impossibile.
Inoltre, molti manager, dipendenti, professionisti grazie al lockdown si sono riappropriati degli spazi e dei tempi che con il lavoro avevano perduto ed è logico che facciano fatica a riprendere i ritmi frenetici di una volta… anche perché mai si è lavorato così tanto come in questi due mesi chiusi tra le mura domestiche.
Però attenzione! Se si rimanda la riapertura dell’ufficio adottando la scusa che prima bisogna sanificare, poi comprare i gel igienizzanti ecc , si rinviano appuntamenti ( in realtà fattibilissimi) con Clienti o colleghi, forse significa che si è caduti in preda al distanziamento a-sociale, il che non va bene perché il distanziamento deve e dovrà - anche nella fase 3 - essere fisico, non sociale.
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