Le prof che commentano l’omicidio del Carabiniere iniziano ad aumentare
Novara 29 luglio 2019
Dopo le esternazioni della prof. Eliana Frontini, è arrivato, questa volta, il tweet di un’altra professoressa (e avvocato), ma di Torino , Patrizia Starnone, 46 anni, docente di diritto al Pascal di Giaveno.
Al contrario della collega, Patrizia Stamone si schiera dalla parte dei Carabinieri, ma lo fa in modo un po’ troppo diretto riferendosi alla foto del ragazzo bendato, perché scrive : "È scioccante il fatto che sia stata scattata, pubblicata e che qualcuno si indigni pure dopo l'efferato crimine perpetrato contro il nostro carabiniere. Cari agenti della forze dell'ordine quando è necessario e non vi è altra scelta un colpo in testa al reo, come fanno in ogni altro Paese”.
Ecco, diciamo che i toni si stanno riscaldando un po’ troppo, perché consigliare di dare un colpo in testa – anche se il codice penale dice che l'uso delle armi è consentito quando non ogni altro mezzo non è più sufficiente a tutelare la persona – può essere, ed è stato, interpretato piuttosto male da una parte del popolo del web che con i suoi commenti e insulti ha addirittura costretto la prof a blindare il suo profilo anche su Instagram e a comunicare che provvederà a procedere legalmente contro chi ha strumentalizzato il suo tweet.
Insomma, il terribile assassinio del povero carabiniere sta innescando una querelle sui social che sarebbe stato meglio evitare e che non fa che inasprire ulteriormente le convinzioni di chi è pro Arma e chi è pro “bendato”. Se tutti tacessero, leggessero e non commentassero i post molto probabilmente le indagini non potrebbero che beneficiarne, ma si sa…i social servono proprio per poter aggredire le persone senza esporsi fisicamente,,,,,,e i cosiddetti “leoni da tastiera” si scatenano.
Copyright DP
Dopo le esternazioni della prof. Eliana Frontini, è arrivato, questa volta, il tweet di un’altra professoressa (e avvocato), ma di Torino , Patrizia Starnone, 46 anni, docente di diritto al Pascal di Giaveno.
Al contrario della collega, Patrizia Stamone si schiera dalla parte dei Carabinieri, ma lo fa in modo un po’ troppo diretto riferendosi alla foto del ragazzo bendato, perché scrive : "È scioccante il fatto che sia stata scattata, pubblicata e che qualcuno si indigni pure dopo l'efferato crimine perpetrato contro il nostro carabiniere. Cari agenti della forze dell'ordine quando è necessario e non vi è altra scelta un colpo in testa al reo, come fanno in ogni altro Paese”.
Ecco, diciamo che i toni si stanno riscaldando un po’ troppo, perché consigliare di dare un colpo in testa – anche se il codice penale dice che l'uso delle armi è consentito quando non ogni altro mezzo non è più sufficiente a tutelare la persona – può essere, ed è stato, interpretato piuttosto male da una parte del popolo del web che con i suoi commenti e insulti ha addirittura costretto la prof a blindare il suo profilo anche su Instagram e a comunicare che provvederà a procedere legalmente contro chi ha strumentalizzato il suo tweet.
Insomma, il terribile assassinio del povero carabiniere sta innescando una querelle sui social che sarebbe stato meglio evitare e che non fa che inasprire ulteriormente le convinzioni di chi è pro Arma e chi è pro “bendato”. Se tutti tacessero, leggessero e non commentassero i post molto probabilmente le indagini non potrebbero che beneficiarne, ma si sa…i social servono proprio per poter aggredire le persone senza esporsi fisicamente,,,,,,e i cosiddetti “leoni da tastiera” si scatenano.
Copyright DP