di solito persone normali, ma....
Novara, 26 maggio 2019
Sono persone normalissime, con una vita normalissima, ma che si arrogano il diritto di commentare, assai (troppo) spesso in modo aggressivo e molto supponente, i post e gli scritti altrui pubblicati sui social.
Se quello che leggono non corrisponde al loro pensiero (che ovviamente considerano illuminato e scevro da qualsiasi tipo di errore) scrivono il loro parere, il più delle volte ricorrendo a insulti gratuiti , appellativi, volgarità ed epiteti più o meno “simpatici”.
Se poi si ha l’ingenuità di replicare al loro commento ecco che si scatena la loro furia e non li ferma più nessuno: parole parole parole inondano la pagina, senza più alcun freno. La cattiveria esplode, i giudizi negativi altrettanto, le “lezioncine” da maestro/a diventano veri e propri trattati.
In realtà se poi si ha la (dis)avventura di conoscerli personalmente si scopre che sono persone , come dicevo in apertura di articolo, normali e talvolta anche timide, che mai e poi mai insulterebbero qualcuno o gli si rivolgerebbero nello stesso tono che usano sul web. Possono essere padri di famiglia, studenti universitari, ragazzini, casalinghe, avvocati, medici , insomma tutta gente irreprensibile, ma che la tastiera trasforma…perchè gli permette di sfogare, impuniti, le loro frustrazioni personali.
Il fatto poi che ci sia la sicurezza , grazie a un monitor, di non far vedere la propria vera identità (la foto può essere fasulla, il profilo anche e adatto solo allo scopo) dimostra come sia facile per questi individui pensare che insultare sui social non abbia lo stesso peso che ha nella vita reale..
Sono quindi uomini e donne che si permettono di commentare in modo sgradevole e aspro, ma se avessero di fronte, in carne ed ossa, la persona che stanno “stigmatizzando”, non sarebbero forse neppure in grado di spiccicare una parola.
Da un punto di vista psicologico in realtà i loro interventi possono essere definiti come delle autogratificazioni perché si sentono (al contrario della loro vita reale) come se fossero dei protagonisti in un contesto che li ascolta (legge) attentamente.
Chi adotta certi comportamenti lo fa per vari motivi: perché insicuro o perché ha bisogno di sfogare in qualche modo la rabbia che ha dentro di sé, oppure perché cerca continuamente visibilità e ogni mezzo (anche l’insulto) è valido per farsi notare potendo così dire a sé stesso “io esisto” e ottenere così il piacere di poter essere ascoltato da qualcuno, quando, probabilmente , nella realtà nessuno è disposto a stare a sentire la loro opinione , oppure , infine ,quando certe loro idee risulterebbero troppo forti per essere dette chiaramente senza poi doverne affrontare le conseguenze (cosa che li spaventa moltissimo).
I leoni da tastiera sono tanti e aumentano sempre di più, perché la possibilità di ottenere attenzione diventa il modo più facile per riempire il vuoto interiore fatto di smarrimento e solitudine , sentimenti che al giorno d’oggi, purtroppo molti sperimentano e cui non sanno come far fronte.
Per classificarli per quel che sono qualcuno ha coniato questa frase: davanti allo schermo leoni, nella vita reale pecorelle smarrite.
Poveretti…!
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