Inquirenti scoprono come funzionava il sistema
Novara 1 agosto 2019
Una della assistenti sociali ,Cinzia Magnarelli ,che è stata accusata tra l’altro , di violenza privata e tentata estorsione, pur di ottenere la revoca della misura cautelare decisa al Tribunale nei suoi confronti, ha confessato , parlando al Gip Luca Ramponi.
E allora ecco che il marcio è emerso….
La donna ha ammesso di aver modificato le relazioni a causa delle continue e costanti pressioni dei suoi superiori, cioè di Federica Anghinolfi e soci , scrivendole secondo le loro direttive e non secondo quanto da lei rilevato.
Quindi, cosa succedeva in realtà? Succedeva che la banda (perché di banda si tratta) impiegava il criterio del controllo, non dell’aiuto, quindi nei casi in cui il problema avrebbe potuto essere risolto dando un supporto alle famiglie , i sedicenti psicologi , invece , cercavano in tutti i modi di avvalorare le motivazioni che avrebbero richiesto il trasferimento del bimbo in un posto lontano dalla sua famiglia.
La giustificazione principale era che il bambino doveva essere educato il più lontano possibile dal suo nucleo famigliare in quanto “tossico” e non adatto a lui.
In questo modo i bambini potevano essere dati in affido senza alcun problema, dato che le relazioni mandate al Tribunale dei Minori erano falsificate con argomentazioni tali - ad esempio la manipolazione dei disegni fatti dai piccoli , in modo da far pensare a delle perversioni di cui erano oggetto- da far decidere che il bambino stesse subendo abusi o maltrattamenti. Cosa ovviamente non vera.
Un comportamento crudele, cattivo, malvagio e doloroso che fa emergere le personalità deviate e insensibili della banda che , nonostante tutto continua ancora oggi a proclamarsi innocente.
Di palta ne deve ancora venire fuori tanta, ma almeno si sta iniziando a capire…
Copyright DP
Una della assistenti sociali ,Cinzia Magnarelli ,che è stata accusata tra l’altro , di violenza privata e tentata estorsione, pur di ottenere la revoca della misura cautelare decisa al Tribunale nei suoi confronti, ha confessato , parlando al Gip Luca Ramponi.
E allora ecco che il marcio è emerso….
La donna ha ammesso di aver modificato le relazioni a causa delle continue e costanti pressioni dei suoi superiori, cioè di Federica Anghinolfi e soci , scrivendole secondo le loro direttive e non secondo quanto da lei rilevato.
Quindi, cosa succedeva in realtà? Succedeva che la banda (perché di banda si tratta) impiegava il criterio del controllo, non dell’aiuto, quindi nei casi in cui il problema avrebbe potuto essere risolto dando un supporto alle famiglie , i sedicenti psicologi , invece , cercavano in tutti i modi di avvalorare le motivazioni che avrebbero richiesto il trasferimento del bimbo in un posto lontano dalla sua famiglia.
La giustificazione principale era che il bambino doveva essere educato il più lontano possibile dal suo nucleo famigliare in quanto “tossico” e non adatto a lui.
In questo modo i bambini potevano essere dati in affido senza alcun problema, dato che le relazioni mandate al Tribunale dei Minori erano falsificate con argomentazioni tali - ad esempio la manipolazione dei disegni fatti dai piccoli , in modo da far pensare a delle perversioni di cui erano oggetto- da far decidere che il bambino stesse subendo abusi o maltrattamenti. Cosa ovviamente non vera.
Un comportamento crudele, cattivo, malvagio e doloroso che fa emergere le personalità deviate e insensibili della banda che , nonostante tutto continua ancora oggi a proclamarsi innocente.
Di palta ne deve ancora venire fuori tanta, ma almeno si sta iniziando a capire…
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