Novara 6 dicembre 2020
Elisabeth Kubler-Ross nel 1970 elaborò la sua analisi dell'elaborazione di ogni forma di lutto, riconoscendone 5 fasi che potevano susseguirsi, ma anche intrecciarsi tra loro, sino ad arrivare all'ultima.
Di fatto quello che stiamo vivendo è un lutto collettivo, in cui un disegno globale è ormai evidente e si sta operando un cambiamento profondo del nostro modo di vita seppellendo quello precedente.
E non è solo un problema di mascherine o vaccini, cambierà il nostro modo di relazionarci, di acquistare, di divertirsi con uno spostamento sempre più marcato dal mondo reale a quello virtuale.
Con il primo fondamentale effetto di esercitare un controllo su ogni nostra azione.
Già adesso I così detti feed permettono una conoscenza approfondita su chi siamo, cosa pensiamo, cosa scegliamo.
Chi esercita questa operazioni sa benissimo come rispondere ad ogni singola fase.
1) negazione.
Non è possibile che tutto questo possa essere così gigantesco da cambiarci la vita.
La risposta è che ogni mezzo informativo è volto a mostrare il contrario: un pericolo enorme, incontrollabile, indominabile, a suffragio di questo togliendo ogni possibile orizzonte positivo (anche i vaccini non danno certezze)
2) rabbia.
Desiderio di opporsi a tutto questo, cercando simili con cui fare opposizione a tutto questo.
La risposta è la disgregazione, il distanziamento, il creare diffidenza verso l'altro sino a impedire ogni forma di aggregazione.
3) elaborazione.
È la accettazione progressiva di ogni informazione fornita e la sua accettazione come "necessaria".
La risposta è fornire prospettive ipotetiche di un ritorno a una vita normale, sapendo però di mentire: "un giorno tutto sarà come prima" (menzogna), "l'economia riprenderà" (solo per alcuni), "torneremo a svagarci" (controllati)
E arriviamo alle ultime due fasi quelle più drammatiche.
4) depressione.
I segni si vedono già adesso ma sono niente rispetto a quanto sarà, quando le vite saranno controllate e guidate.
La risposta a questo è l'indifferenza, perdere i più deboli è parte del disegno, chi è depresso non produce, non spende, non serve.
La maggioranza sarà già alla ultima fase
5) accettazione.
Per necessità, per rassegnazione o per sopravvivenza, per non essere esclusi dal nuovo tessuto sociale.
La risposta è il completamento del disegno, una uniformizzazione al pensiero unico, guidato e controllato, quello che abbiamo visto in tanti film che pensavamo di fantascienza.
Questo il percorso, in questo momento moltissimi sono già alla fase 3, ma per fortuna una parte di noi sono ancora nella fase 2, quella della rabbia, dell'opposizione, della denuncia continua.
Siamo quelli più esposti, più pericolosi, perché non accetteremo mai che qualcuno scelga per noi, perché crediamo che OGNI VITA DEBBA AUTODETERMINARSI accettando fino in fondo le conseguenze.
COPYRIGHT E FOTO Dott. Marco Gusmeroli
.
Elisabeth Kubler-Ross nel 1970 elaborò la sua analisi dell'elaborazione di ogni forma di lutto, riconoscendone 5 fasi che potevano susseguirsi, ma anche intrecciarsi tra loro, sino ad arrivare all'ultima.
Di fatto quello che stiamo vivendo è un lutto collettivo, in cui un disegno globale è ormai evidente e si sta operando un cambiamento profondo del nostro modo di vita seppellendo quello precedente.
E non è solo un problema di mascherine o vaccini, cambierà il nostro modo di relazionarci, di acquistare, di divertirsi con uno spostamento sempre più marcato dal mondo reale a quello virtuale.
Con il primo fondamentale effetto di esercitare un controllo su ogni nostra azione.
Già adesso I così detti feed permettono una conoscenza approfondita su chi siamo, cosa pensiamo, cosa scegliamo.
Chi esercita questa operazioni sa benissimo come rispondere ad ogni singola fase.
1) negazione.
Non è possibile che tutto questo possa essere così gigantesco da cambiarci la vita.
La risposta è che ogni mezzo informativo è volto a mostrare il contrario: un pericolo enorme, incontrollabile, indominabile, a suffragio di questo togliendo ogni possibile orizzonte positivo (anche i vaccini non danno certezze)
2) rabbia.
Desiderio di opporsi a tutto questo, cercando simili con cui fare opposizione a tutto questo.
La risposta è la disgregazione, il distanziamento, il creare diffidenza verso l'altro sino a impedire ogni forma di aggregazione.
3) elaborazione.
È la accettazione progressiva di ogni informazione fornita e la sua accettazione come "necessaria".
La risposta è fornire prospettive ipotetiche di un ritorno a una vita normale, sapendo però di mentire: "un giorno tutto sarà come prima" (menzogna), "l'economia riprenderà" (solo per alcuni), "torneremo a svagarci" (controllati)
E arriviamo alle ultime due fasi quelle più drammatiche.
4) depressione.
I segni si vedono già adesso ma sono niente rispetto a quanto sarà, quando le vite saranno controllate e guidate.
La risposta a questo è l'indifferenza, perdere i più deboli è parte del disegno, chi è depresso non produce, non spende, non serve.
La maggioranza sarà già alla ultima fase
5) accettazione.
Per necessità, per rassegnazione o per sopravvivenza, per non essere esclusi dal nuovo tessuto sociale.
La risposta è il completamento del disegno, una uniformizzazione al pensiero unico, guidato e controllato, quello che abbiamo visto in tanti film che pensavamo di fantascienza.
Questo il percorso, in questo momento moltissimi sono già alla fase 3, ma per fortuna una parte di noi sono ancora nella fase 2, quella della rabbia, dell'opposizione, della denuncia continua.
Siamo quelli più esposti, più pericolosi, perché non accetteremo mai che qualcuno scelga per noi, perché crediamo che OGNI VITA DEBBA AUTODETERMINARSI accettando fino in fondo le conseguenze.
COPYRIGHT E FOTO Dott. Marco Gusmeroli
.