Il racconto della giornata del 22 APRILE 2020.
Vercelli 23 APRILE 2020
DIARIO DI BORDO – 22 Aprile a.d.c. (Anno del Corona)
AI REMI
<< Quando su una barca ci sono sette timonieri su otto marinai, la nave affonda >>
(Proverbio cinese)
Caro Diario,
oggi mi scuserai e porterai pazienza perché mi permetto una pagina un po’ polemica.
Su queste pagine abbiamo riso, ci siamo commossi, abbiamo solidarizzato, abbiamo imparato insieme come affrontare questa crisi, l’abbiamo condivisa, abbiamo discusso.
Abbiamo scritto e letto istruzioni.
Poi qualche giorno fa, caro diario, durante una conferenza stampa sento dire da chi dovrebbe rappresentare le istituzioni che “i medici avrebbero remato contro” (NdR senza specificare quali medici e come avrebbero remato contro).
La frase, infelice e penso rimpianta a mente fredda dallo stesso autore, mi ha spinto a ragionare, alla fine di una lunga giornata di lavoro, su chi ha remato a favore e chi contro in questa lunga crisi senza precedenti.
Mi sono così permesso di stilare un elenco (una valutazione assolutamente personale) e che condivido con la compagnia del Diario.
Specifico inoltre che quanto affermato successivamente è riferito alla situazione italiana in generale o regionale storica.
NON ha remato contro:
- Chi come medici e infermieri e OSS ha rinunciato a ferie, riposi, attività privata, pensione (alcuni sono stati bloccati a pensionamento già avviato)
- Chi come medici e infermieri e OSS ha dovuto lavorare a volte con scarse protezioni, protezioni non adeguate o dubbie. Chi di loro si è ammalato (molti) chi addirittura è morto (ad oggi solo il conto dei medici su base nazionale il cui decesso è da ricondurre a COVID dopo contatto lavorativo risale a oltre 120 colleghi). Chi ha dovuto separarsi dalla famiglia dopo esposizioni a rischio sul lavoro.
- Chi come medici e infermieri e OSS malati dopo esposizioni lavorative hanno dovuto lottare per avere un tampone al solo scopo di poter tornare a lavorare appena negativo per dare una mano ai colleghi stanchi.
- Chi ha dovuto chiudere le proprie attività, “tirare la cinghia”. Affrontare un futuro con spese certe e guadagni incerti.
- Chi ha donato migliaia di DPI, chi ha donato anche solo una torta, delle cialde per il caffè per le lunghe notti ospedaliere, chi le pizze.
- Chi ha aiutato gli anziani a fare la spesa o comprare le medicine
- Chi ha rispettato la quarantena rinunciando a vedere genitori e figli.
- Chi come gli insegnanti ha imparato in due settimane a gestire la Scuola 2.0 (quella digitale) bruciando le tappe di un progresso che in tempi normali avrebbe richiesto mesi di apprendimento. Assisto a volte ad alcune lezioni di mia figlia. Prima della lezione spesso l’insegnante chiede ai ragazzi se tutti stanno bene, sento parole di conforto e vicinanza. Momenti per i ragazzi di unione e condivisione fondamentali. Grazie a tutti gli insegnanti che lo stanno facendo in modo encomiabile.
- Chi come L’Esercito Italiano si è fatto carico della distribuzione delle donazioni, dei controlli, del compito difficile e umanamente devastante di trasferire centinaia di bare attraverso l’Italia dalle zone epicentro della crisi.
- Chi ha messo la propria creatività al servizio dell’emergenza (penso alle maschere subacquee riadattate per la ventilazione).
- Chi nelle istituzioni, a diversi livelli si è messo sinceramente a disposizione di chi era in trincea, ne ha ascoltato bisogni e preoccupazioni.
- Chi come gli Agenti di Polizia, Carabinieri, Vigili da giorni è massicciamente impegnato senza sosta sulle strade per far rispettare il divieto di spostamenti.
Ha invece remato contro:
- Chi negli ultimi 15-20 anni in Piemonte (ma il ragionamento vale anche su base nazionale) ha operato tagli di personale, di strutture, di servizi. Chi ci ha portato ad essere una delle regioni italiane con il più basso numero di posti letto di terapia intensiva, chi ci ha portato ad avere 2 laboratori di primo livello contro i 14 del Veneto. Chi ha creato il deficit catastrofico della regione che negli ultimi 15-20 anni ha causato piani di rientro, blocco assunzioni, perdita di personale medico e infermieristico.
- Chi a livello istituzionale ha creato confusione e ha sottovalutato la crisi. Ricordiamo che mentre da un lato il 31 Gennaio il governo deliberava lo stato di emergenza per pandemia, nelle stesse ore il Ministro della Salute ed alcuni virologi in televisione rassicuravano che da noi sarebbe stata solo un’influenza.
- Chi, nonostante il decreto del 31 Gennaio, non si preoccupava di correre sul mercato e pianificare il rifornimento di dispositivi di protezione e di reagenti per tamponi, non si preoccupava di potenziare le terapie intensive, non si preoccupava di organizzare la gestione del territorio. Nessuna programmazione sino allo scoppio della crisi.
- Chi in piena emergenza ha giocato a rimpallare responsabilità sulla carenza dei DPI mentre i lavoratori imparavano a riciclarli contro ogni buon senso non potendo fare altro se non affidarsi al buon cuore di benefattori privati (a chi è in prima linea non interessa certo la caccia alle streghe, interessa averli questi benedetti DPI!).
- Chi come l’apparato burocratico di questo paese non ha saputo adattarsi rapidamente, ingessato da decenni di ipertrofia legislativa, alla crisi. Si pensi alle aziende italiane pronte a produrre maschere ma bloccate da tempi biblici per la certificazione delle stesse nel mentre importiamo in emergenza e distribuiamo DPI dall’estero spesso con dubbie certificazioni.
Torniamo al proverbio cinese d’apertura. Chi è al timone e ha sbagliato rotta non dia la colpa a chi ha remato e pure controcorrente con remi piccoli. Faccia un bagno d’umiltà, riconosca gli errori e rimetta in rotta la barca il prima possibile.
22 di Aprile …. Remare, signori, remare ….
COPYRIGHT E FOTO: dott. Sergio Maccio’
DIARIO DI BORDO – 22 Aprile a.d.c. (Anno del Corona)
AI REMI
<< Quando su una barca ci sono sette timonieri su otto marinai, la nave affonda >>
(Proverbio cinese)
Caro Diario,
oggi mi scuserai e porterai pazienza perché mi permetto una pagina un po’ polemica.
Su queste pagine abbiamo riso, ci siamo commossi, abbiamo solidarizzato, abbiamo imparato insieme come affrontare questa crisi, l’abbiamo condivisa, abbiamo discusso.
Abbiamo scritto e letto istruzioni.
Poi qualche giorno fa, caro diario, durante una conferenza stampa sento dire da chi dovrebbe rappresentare le istituzioni che “i medici avrebbero remato contro” (NdR senza specificare quali medici e come avrebbero remato contro).
La frase, infelice e penso rimpianta a mente fredda dallo stesso autore, mi ha spinto a ragionare, alla fine di una lunga giornata di lavoro, su chi ha remato a favore e chi contro in questa lunga crisi senza precedenti.
Mi sono così permesso di stilare un elenco (una valutazione assolutamente personale) e che condivido con la compagnia del Diario.
Specifico inoltre che quanto affermato successivamente è riferito alla situazione italiana in generale o regionale storica.
NON ha remato contro:
- Chi come medici e infermieri e OSS ha rinunciato a ferie, riposi, attività privata, pensione (alcuni sono stati bloccati a pensionamento già avviato)
- Chi come medici e infermieri e OSS ha dovuto lavorare a volte con scarse protezioni, protezioni non adeguate o dubbie. Chi di loro si è ammalato (molti) chi addirittura è morto (ad oggi solo il conto dei medici su base nazionale il cui decesso è da ricondurre a COVID dopo contatto lavorativo risale a oltre 120 colleghi). Chi ha dovuto separarsi dalla famiglia dopo esposizioni a rischio sul lavoro.
- Chi come medici e infermieri e OSS malati dopo esposizioni lavorative hanno dovuto lottare per avere un tampone al solo scopo di poter tornare a lavorare appena negativo per dare una mano ai colleghi stanchi.
- Chi ha dovuto chiudere le proprie attività, “tirare la cinghia”. Affrontare un futuro con spese certe e guadagni incerti.
- Chi ha donato migliaia di DPI, chi ha donato anche solo una torta, delle cialde per il caffè per le lunghe notti ospedaliere, chi le pizze.
- Chi ha aiutato gli anziani a fare la spesa o comprare le medicine
- Chi ha rispettato la quarantena rinunciando a vedere genitori e figli.
- Chi come gli insegnanti ha imparato in due settimane a gestire la Scuola 2.0 (quella digitale) bruciando le tappe di un progresso che in tempi normali avrebbe richiesto mesi di apprendimento. Assisto a volte ad alcune lezioni di mia figlia. Prima della lezione spesso l’insegnante chiede ai ragazzi se tutti stanno bene, sento parole di conforto e vicinanza. Momenti per i ragazzi di unione e condivisione fondamentali. Grazie a tutti gli insegnanti che lo stanno facendo in modo encomiabile.
- Chi come L’Esercito Italiano si è fatto carico della distribuzione delle donazioni, dei controlli, del compito difficile e umanamente devastante di trasferire centinaia di bare attraverso l’Italia dalle zone epicentro della crisi.
- Chi ha messo la propria creatività al servizio dell’emergenza (penso alle maschere subacquee riadattate per la ventilazione).
- Chi nelle istituzioni, a diversi livelli si è messo sinceramente a disposizione di chi era in trincea, ne ha ascoltato bisogni e preoccupazioni.
- Chi come gli Agenti di Polizia, Carabinieri, Vigili da giorni è massicciamente impegnato senza sosta sulle strade per far rispettare il divieto di spostamenti.
Ha invece remato contro:
- Chi negli ultimi 15-20 anni in Piemonte (ma il ragionamento vale anche su base nazionale) ha operato tagli di personale, di strutture, di servizi. Chi ci ha portato ad essere una delle regioni italiane con il più basso numero di posti letto di terapia intensiva, chi ci ha portato ad avere 2 laboratori di primo livello contro i 14 del Veneto. Chi ha creato il deficit catastrofico della regione che negli ultimi 15-20 anni ha causato piani di rientro, blocco assunzioni, perdita di personale medico e infermieristico.
- Chi a livello istituzionale ha creato confusione e ha sottovalutato la crisi. Ricordiamo che mentre da un lato il 31 Gennaio il governo deliberava lo stato di emergenza per pandemia, nelle stesse ore il Ministro della Salute ed alcuni virologi in televisione rassicuravano che da noi sarebbe stata solo un’influenza.
- Chi, nonostante il decreto del 31 Gennaio, non si preoccupava di correre sul mercato e pianificare il rifornimento di dispositivi di protezione e di reagenti per tamponi, non si preoccupava di potenziare le terapie intensive, non si preoccupava di organizzare la gestione del territorio. Nessuna programmazione sino allo scoppio della crisi.
- Chi in piena emergenza ha giocato a rimpallare responsabilità sulla carenza dei DPI mentre i lavoratori imparavano a riciclarli contro ogni buon senso non potendo fare altro se non affidarsi al buon cuore di benefattori privati (a chi è in prima linea non interessa certo la caccia alle streghe, interessa averli questi benedetti DPI!).
- Chi come l’apparato burocratico di questo paese non ha saputo adattarsi rapidamente, ingessato da decenni di ipertrofia legislativa, alla crisi. Si pensi alle aziende italiane pronte a produrre maschere ma bloccate da tempi biblici per la certificazione delle stesse nel mentre importiamo in emergenza e distribuiamo DPI dall’estero spesso con dubbie certificazioni.
Torniamo al proverbio cinese d’apertura. Chi è al timone e ha sbagliato rotta non dia la colpa a chi ha remato e pure controcorrente con remi piccoli. Faccia un bagno d’umiltà, riconosca gli errori e rimetta in rotta la barca il prima possibile.
22 di Aprile …. Remare, signori, remare ….
COPYRIGHT E FOTO: dott. Sergio Maccio’