Il racconto della giornata del 25 APRILE 2020.
Vercelli 26 APRILE 2020
DIARIO DI BORDO – 25 Aprile a.d.c. (Anno del Corona)
LIBERTA
<<Bianco e nero,
Ricordi tremolanti. Lo sfarfallio tipico della pellicola anni ’30-40.
In alcuni tratti i toni sbiaditi, slavati delle prime pellicole a colore.
La voce altisonante caratteristica dei filmati del ventennio, sempre “gloriosa” e stentorea nelle sue affermazioni (oggi ricorda alcune annunciatrici nord-coreane).
Immagini di volti stanchi ma felici. Uomini che marciano in divise non identificabili. Sporchi, dimessi ma ordinati e fieri.
Donne che porgono fiori a uomini con fucili.
Carri armati che sfilano in centro città come una allegra sfilata carnevalesca in una nuvola di cappelli lanciati in aria.
Bambini e uomini in giacca e cravatta, fianco a fianco, a strappare vecchi manifesti della guerra.
Un girotondo di bambini con gli abiti da festa e dei sorrisi di chi conosce il senso della libertà per la prima volta in vita sua>>
I ricordi di un vecchio filmato celebrativo del 25 Aprile tratto dall’archivio dell’Istituto Luce.
Un filmato che devo aver visto qualche anno fa e che ora, per gli strani percorsi che ogni tanto la mente intraprende, ritorna come immagine vivida.
Una storia, la Storia, da vivere con gli occhi, le orecchie e il cuore.
Il 25 Aprile nonostante le tante spaccature di un paese che ancora fatica a trovare una pace interiore era ed è, per noi della generazione dei tempi di pace, un richiamo ad un bene supremo: la libertà.
Caro Diario,
giorno speciale, dunque, oggi.
25 Aprile. E festeggiare la libertà oggi ha un sapore diverso.
Perché non c’è niente come perdere qualcosa per capirne l’importanza.
Le generazioni dei tempi di pace la libertà non l’hanno mai persa. Qualche piccola limitazione oggi quasi irrilevante dopo l’11 settembre, ben diverso da chi doveva nascondersi da rastrellamenti o bombardamenti.
Poi è arrivato il COVID.
Ed una mattina ci siamo svegliati noi, sotto bombardamento.
All’improvviso.
Ci eravamo addormentati liberi, liberi di muoverci, lavorare, prendere un caffè al bar, comprare un giornale, andare a trovare i propri cari, e ci siamo svegliati prigionieri.
Difficile per tutti noi non ricordare l’alba della zona rossa.
Avevamo vissuto la cosa attraverso i telegiornali quando era capitato alla Lombardia, ma non era a casa nostra.
Poi eccoci qui. D’un tratto i confini del nostro stato, confini quasi invalicabili, erano quelli delle mura domestiche, del giardino, della recinzione. Per uscire passaporto, dogana, forze dell’ordine, permessi. Il permesso per uscire da casa propria. Impensabile, inimmaginabile, immagini da futuro distopico possibili sino a 3 mesi fa solo in un libro di fantascienza.
Quella libertà scontata, quasi ignorata ora in poche ore era scomparsa.
Fino a due settimane prima le istituzioni garantivano che no, in Italia non sarebbe successo, non eravamo mica la Cina dopotutto.
Oggi è il 25 aprile. E forse oggi spiegare alle nuove generazioni il senso di festeggiare la libertà è più semplice, ora che sulla loro pelle hanno provato la sensazione di perderla.
Daremo molte cose meno per scontate (si spera).
Il potere di un abbraccio, la forza dell’incontro libero tra uomini, le discussioni animate ad un tavolino di un bar dove, come cantava Gino Paoli, si sognava di cambiare il mondo.
Pian piano riconquisteremo quella libertà.
E forse sapremo apprezzarla di più, giorno per giorno, meno scontata, più preziosa.
Sperando serva a non commettere più vecchi e nuovi errori.
Buon 25 Aprile a tutti, sognando una nuova libertà, anche dal COVID.
25 di Aprile …. Eravamo quattro amici al bar …..
COPYRIGHT E FOTO: dott. Sergio Maccio’
DIARIO DI BORDO – 25 Aprile a.d.c. (Anno del Corona)
LIBERTA
<<Bianco e nero,
Ricordi tremolanti. Lo sfarfallio tipico della pellicola anni ’30-40.
In alcuni tratti i toni sbiaditi, slavati delle prime pellicole a colore.
La voce altisonante caratteristica dei filmati del ventennio, sempre “gloriosa” e stentorea nelle sue affermazioni (oggi ricorda alcune annunciatrici nord-coreane).
Immagini di volti stanchi ma felici. Uomini che marciano in divise non identificabili. Sporchi, dimessi ma ordinati e fieri.
Donne che porgono fiori a uomini con fucili.
Carri armati che sfilano in centro città come una allegra sfilata carnevalesca in una nuvola di cappelli lanciati in aria.
Bambini e uomini in giacca e cravatta, fianco a fianco, a strappare vecchi manifesti della guerra.
Un girotondo di bambini con gli abiti da festa e dei sorrisi di chi conosce il senso della libertà per la prima volta in vita sua>>
I ricordi di un vecchio filmato celebrativo del 25 Aprile tratto dall’archivio dell’Istituto Luce.
Un filmato che devo aver visto qualche anno fa e che ora, per gli strani percorsi che ogni tanto la mente intraprende, ritorna come immagine vivida.
Una storia, la Storia, da vivere con gli occhi, le orecchie e il cuore.
Il 25 Aprile nonostante le tante spaccature di un paese che ancora fatica a trovare una pace interiore era ed è, per noi della generazione dei tempi di pace, un richiamo ad un bene supremo: la libertà.
Caro Diario,
giorno speciale, dunque, oggi.
25 Aprile. E festeggiare la libertà oggi ha un sapore diverso.
Perché non c’è niente come perdere qualcosa per capirne l’importanza.
Le generazioni dei tempi di pace la libertà non l’hanno mai persa. Qualche piccola limitazione oggi quasi irrilevante dopo l’11 settembre, ben diverso da chi doveva nascondersi da rastrellamenti o bombardamenti.
Poi è arrivato il COVID.
Ed una mattina ci siamo svegliati noi, sotto bombardamento.
All’improvviso.
Ci eravamo addormentati liberi, liberi di muoverci, lavorare, prendere un caffè al bar, comprare un giornale, andare a trovare i propri cari, e ci siamo svegliati prigionieri.
Difficile per tutti noi non ricordare l’alba della zona rossa.
Avevamo vissuto la cosa attraverso i telegiornali quando era capitato alla Lombardia, ma non era a casa nostra.
Poi eccoci qui. D’un tratto i confini del nostro stato, confini quasi invalicabili, erano quelli delle mura domestiche, del giardino, della recinzione. Per uscire passaporto, dogana, forze dell’ordine, permessi. Il permesso per uscire da casa propria. Impensabile, inimmaginabile, immagini da futuro distopico possibili sino a 3 mesi fa solo in un libro di fantascienza.
Quella libertà scontata, quasi ignorata ora in poche ore era scomparsa.
Fino a due settimane prima le istituzioni garantivano che no, in Italia non sarebbe successo, non eravamo mica la Cina dopotutto.
Oggi è il 25 aprile. E forse oggi spiegare alle nuove generazioni il senso di festeggiare la libertà è più semplice, ora che sulla loro pelle hanno provato la sensazione di perderla.
Daremo molte cose meno per scontate (si spera).
Il potere di un abbraccio, la forza dell’incontro libero tra uomini, le discussioni animate ad un tavolino di un bar dove, come cantava Gino Paoli, si sognava di cambiare il mondo.
Pian piano riconquisteremo quella libertà.
E forse sapremo apprezzarla di più, giorno per giorno, meno scontata, più preziosa.
Sperando serva a non commettere più vecchi e nuovi errori.
Buon 25 Aprile a tutti, sognando una nuova libertà, anche dal COVID.
25 di Aprile …. Eravamo quattro amici al bar …..
COPYRIGHT E FOTO: dott. Sergio Maccio’