Confusione...
Novara 16 Aprile 2020
Dottor Gusmeroli, lei è molto conosciuto, quindi il suo parere è importante,,,,come vede la situazione attuale?
Credo che ne descrivere una situazione si debba trovare una parola che, di per sè, la possa definire.
Io ho scelto la parola CONFUSIONE, perchè questo è quello che regna in ogni ambito politico, sanitario, informativo, gestionale, economico, lavorativo, personale.
Consideriamolo da ogni punto di vista
L’aspetto politico.
E' ormai evidente alla maggior parte delle persone che la comunicazione e gestione politica del problema è stato disastrosa da ogni punto di vitsa.
E non è una questione di parte politica ma di gestione vera e propria della res publica.
Il nostro non è una stato federale, ma uno stato in cui le regioni hanno determinate autonomie che possono gestirsi, ma con una crisi enorme in prospettiva, la prima cosa che si sarebbe dovuta fare era una camera di lavoro Stato Regioni per un coordinamento di tutte le operazioni necessarie.
Si è preferito invece applicare lo scarica barile senza assunzioni di responsabilità, giocando sulla pelle dei cittadini.
Ma questo avrebbe presupposto che, governo e opposizioni, mettessero da parte la continua campagna elettorale basata sul celodurismo continuo di ambedue le parti, per costituire un governo di emergenza il cui UNICO scopo fosse il bene dei cittadini, da ogni punto di vista.
Abbiamo visto invece come è andata, siamo alle accuse reciproche, tutti i giorni a tutti i livelli, con ogni mezzo lecito e democratico e non.
E' evidente che questo mancato coordinamento è stato il peccato originale da cui poi sono derivate decisioni confuse e in ritardo, privilegiando all'inizio gli aspetti economici e quindi ritardando la chiusura, salvo poi danneggiarli lo stesso senza aver contenuto l'epidemia.
Altra conseguenza è la capacità di trattare a livello europeo, è evidente che se a livello europeo ci si presenta disuniti e lacerati a livello politico, si ha una potere di trattativa minore, perchè si viene giudicati inaffidabili.
Diverso sarebbe stato sedersi a un tavolo coesi, con alle spalle un popolo pronto ad alzare la voce e non solo a pronto a digitare sulla tastiera.
Un altro aspetto è la mancata creazione di una task force di esperti sanitari, economisti, sociologi, antropologi, psicologi, filosofi già con il famoso decreto del 31 gennaio dediti a studiare scenari e a delineare protocolli rapidi ed efficaci.
Ma perchè questo potesse avvenire bisognerebbe avere in precedenza un situation room di analisti di ogni settore capaci di percepire i segnali di aree di crisi, di segnalarle e di attivare le misure necessarie con gli esperti adeguati.
Sono assolutamente consapevole che in queste condizioni il Governo non avrebbe potuto chiudere tutto, in assenza della percezione del pericolo immediato.
E' già difficile far rispettare le regole in questa situazione, immaginiamo senza avere il sentore di morte.
Ma anche qui se la decisione fosse stata presa con il consulto e l'appoggio di tutte le forze politiche coese e di un pool di esperti, il messaggio fatto da buon padre di famiglia avrebbe avuto una percezione diversa.
Invece si è scelto di navigare a vista, basandosi sui numeri e le situazioni in evoluzione, con una serie di decreti che hanno aumentato lo stato di confusione gestionale e ridotto la comprensione e la tolleranza della gente.
Ci si è preoccupati più di salvare l'immagine che di salvare le persone, essendo ben lontani dall'annuncio brutale ma consapevole di un Churchill "saranno lacrime e sangue".
E' mancata completamente la preparazione all'emergenza.
Lasciando perdere le polemiche sulle riserve accumulate di presidi sanitari per il governo, che sarebbe comprensibile se altrettanto fosse stato fatto per gli ospedali, gli operatori necessari, le forze dell'ordine e la popolazione.
Invece si è permessa una speculazione incontrollata su questi presidi, non essendosi premuniti di procurarli in fase di allarme e di stoccarli.
Posso solo immaginare lo stato di confusione che regna attualmente nei palazzi di governo, preoccupato più di tutelarsi dagli errori che di essere onesti, ammetterli e presentarsi con un piano serio di ripresa economica, sociale e soprattutto umana, facendo leva sull'orgoglio di essere italiani, di essere speciali, basandosi sui due grandi pilastri che abbiamo: cultura e solidarietà.
L'ambito sanitario.
Abbiamo assistito e ancora assistiamo a uno spettacolo indegno della Scienza Medica, da un parte soloni che con passaggi televisivi e sul web dicono cose che poi ritrattano, come al solito basandosi sulla regola che fa audience non chi è serio ma chi è più televisivamente "giusto", basandosi sulle tre regole: aspetto fisico, capacità di public speaking meglio se con violenza autoritaria, risseggiare con chi ha un pensiero diverso.
Aderendo a questo schema questi cosiddetti uomini di scienza hanno fatto un danno enorme, ritardando in tempi, gongolandosi nel loro protagonismo e supportando tesi poi smentite.
Non contenti, passati dall'altra parte della barricata, dopo le cantonate terrificanti, ritengono ancora di avere la autorità per pontificare e considerarsi portatori di verità assolute.
Anche in campo sanitario c’è una grave responsabilità politica che non ha un colore, in quanto tutti si sono sempre preoccupati di togliere risorse a quello che fattivamente rappresenta la più grande causa di deficit per lo Stato insieme alle pensioni, brutalmente potremmo dire che con un taglio solo si riducono due spese.
Il male della sanità italiana non è di adesso ma è profondo e radicato.
La gestione data ai manager di nomina politica è disastrosa: il risparmio di denaro è quello che dà valore alla gestione, anche se questo vuol dire non fornire adeguate attrezzature, servizi e personale.
Il corpo sanitario non è eroico da oggi ma da sempre, sottopagato, privato di motivazioni, costretto a lavorare spesso in condizioni non adeguate, per la maggior parte dei casi, non si tira indietro fornendo ancora oggi un servizio giudicato eccellente.
Ma i tempi di attesa per visite e interventi sono dilatati, a volte enormemente, per carenza di spazi e per la mancata assunzione di personale.
In questo quadro generale, già in profonda crisi, si è innestato il problema della gestione di un epidemia con un enorme afflusso di malati e una ridotta capacità di risorse sia di barriera, che strumentali che di personale che via via si ammalava e spesso moriva.
L'impreparazione adeguata alla terapia ha determinato l'adozione di protocolli terapeutici non uniformi, con diversi reparti che adottano terapie personalizzate e non univoche con impossibilità di valutare seriamente i risultati.
Di fatto, per la mancanza di tempo, il contrario di un corretto approccio scientifico, in cui i dati vengono valutati e confrontati.
La mancanza di spazi e tempo ha determinato la cremazione veloce dei corpi o la loro sepoltura rapida, senza analisi autoptica, questo ha determinato la impossibilità di valutare il danno anatomico e di poter, di conseguenza, approcciare i casi con protocolli terapeutici più specifici, secondo il vecchio detto di anatomia patologica "i morti insegnano per i vivi".
Sappiamo che è la tempesta di citochine infiammatorie che determinerebbe la polmonite interstiziale, ultimamente però sembra che non sarebbe questa la causa dell'esito infausto, ma di fatto un collasso della circolazione periferica, cambiando così l'approccio terapeutico.
In molti casi il crollo della "prima linea" medica ha determinato in diversi casi il reclutamento in rianimazione di medici di grandissima volontà ma non sempre con le adeguate competenze, il reclutamento di medici stranieri senza che si conoscessero le loro esperienze.
Il tutto con una gestione allo sbaraglio, in cui ancora una volta i medici sono stati lasciati soli, senza l'immediata introduzione di uno scudo penale chiaro che li tutelasse in una condizione in cui il comportamento è conseguenza dell'emergenza.
Immaginiamo in guerra un chirurgo costretto a tagliare una gamba a un soldato saltato su una mina che poi deve affrontare una causa per non aver adeguatamente curato la gamba.
Questo è il clima che già si comincia a respirare, senza tenere conto che moltissimi sanitari sono costretti a operare senza protezione, moltissimi lavorano positivi senza tamponi, perchè non erano abbastanza e perchè comunque non si poteva fare a meno di loro.
E ogni giorno ci sciorinano numeri di infettati, malati, guariti e morti assolutamente inattendibili, perchè agli asintomatici il tampone non si esegue, salvo poi dire che sono gli asintomatici quelli pericolosi.
Intanto i medici morti sono già più di 100.
L'informazione
Questo è un capitolo delicatissimo perchè è ormai evidente che ci sono tre tipi di possibile servizio informativo.
Quello asservito al potere in cui le informazioni sono pilotate adeguatamente per difendere le sue scelte, anche quando la falsità diventa assordante.
Quello scandalistico che cerca specificamente tutto ciò che è sensazionalistico, per la legge del "chi urla di più attira di più".
La controinformazione, una giungla che va dalle fake news alle informazioni serie sepolte e opportunamente non visibili.
Questo marasma di notizie informativo è in realtà la migliore metodica per creare disinformazione.
Immaginiamo di ricevere una notizia, e quella la immagazziniamo, tre coerenti notizie le immagazziniamo, tre notizie contradditorie ci inducono a una analisi e una o due le immagazziniamo scartando quella che non ci interessa.
Immaginiamo cento notizie al giorno contradditorie con un afflusso a tutte le ore, tutti i giorni, l'effetto è un bombardamento cerebrale che diventa inestricabile e non comprensibile ai più, perchè la verifica di ogni notizia richiede tempo, ricerca e impegno.
Ma per la maggior parte delle persone diventa semplice accettazione di tutto e del contrario di tutto, gettando la mente in uno stato di confusione e di immobilità pronta ad accettare ordini chiari e semplici.
Ed è quello che sta avvenendo una sorta di manipolazione di massa in cui si aspettano le disposizioni.
Aspetto economico
Non sono un economista quindi non mi voglio avventurare in un campo non mio ma uno spunto di riflessione voglio darlo.
Storicamente le grandi riprese economiche sono sempre avvenute dopo grandi disastri o naturali o generati dell'uomo.
Epidemie e guerre non avendo di per sè nessun senso, riconoscono il loro senso nel post avvenimento.
Il crollo economico riequilibra le attività stesse, dando nuovo slancio al periodo ricostruttivo, anche per quella fame di vita che caratterizza gli uomini dopo un periodo oscuro.
Noi veniamo da anni in cui di fatto l'economia è stagnante, e le ricette di austerità si sono rivelate ampiamente fallimentari, generando ancora più povertà e gettando le economie di interi paesi in crisi.
Una politica economica espansiva non veniva accettata dai paesi che predicavano ed erano in grado di sostenere il rigore, i sistemi inflattivi non erano più praticabili.
Allora quale opportunità migliore di una epidemia per sbloccare risorse impensabili solo qualche mese fa?
Attenzione non voglio assolutamente dire che l'epidemia sia una invenzione del Governo segreto del mondo, o sostenere teorie complottiste, ma l'epidemia si è rivelata una OPPORTUNITA'.
E l'economia sia reale, che speculativa, si regge sull'opportunità.
E allora perchè non aumentare a dismisura la percezione per poter applicare bonus economici enormi, per far circolare denaro, per dare nuove possibilità?
Non dimentichiamo che uno dei parametri economici che si usano per controllare lo stato economico è la fiducia della gente.
E la gente ha fiducia quando ha risorse.
Aspetto lavorativo.
Ancora una volta regna la confusione più totale, esercizi aperti con protezioni approssimative in spazi ristretti, chi verifica la sanizzazione di beni che sono passati attraverso diverse mani e che vengono portati nelle case?
Nessuno, perchè semplicemente è impossibile farlo.
E nel frattempo industrie non strategiche per l'emergenza, ma strategiche per reggere l'economia del paese, restano chiuse.
Tutti a casa con una strategia di sostegno approssimativa, variabile e per ora non funzionante.
I medici per fare un esempio, gli "eroi" al momento non hanno nessun tipo di sostegno.
L'Inps che dovrebbe essere una struttura con server potentissimo visto che cura gli interessi di milioni di italiani va in tilt, evidenziando ancora una volta le crepe di un sistema statale obsoleto e superato.
Interi settori lavorativi legati al turismo, alla ristorazione, a servizi dovranno affrontare una crisi violentissima e per alcuni economicamente fatale senza che all'orizzonte si intravedano spiragli reali su un futuro fattibile
Noi
E poi ci siamo noi, costretti a stare a casa, pronti ad accettare limiti alla libertà senza obiezioni e discussioni, in un attimo, pronti via.
Ha senso tutto questo?
Visto che non è prevedibile che arriveremo al paziente zero e basta un infetto adeguatamente sistemato in un ambiente per generare un focolaio, e visto che è già stata dimostrata la reinfezione, c'è da chiedersi ancora una volta se tutto questo sia l'approccio giusto o se sia solo cautelativo dal punto di vista legale per poi non essere attaccati giuridicamente poi.
Da tutto ciò si evince che ogni singolo aspetto ogni può essere visto in molti modi e che centinaia di domande non hanno e forse non avranno mai risposte,
Tra qualche anno film, documentari, inchieste ci racconteranno una, dieci, cento storie diverse da quella che stiamo vivendo ora, per come la abbiamo vissuta.
La nostra percezione del reale è sempre la nostra, noi comuni mortali non riusciremo mai a entrare nei meccanismi del Sistema, e ad avere una visione complessiva realistica e attendibile.
Anche perchè forse questa volta anche il Sistema è andato in crac.
Ma dovendoci accontentare della nostra piccola finestra facciamo in modo che almeno sia pulita e che quando guardiamo fuori sia quello che vogliamo vedere e pensare noi, non quello che qualcuno vuole farci vedere e pensare.
COPYRIGHT DP
Dottor Gusmeroli, lei è molto conosciuto, quindi il suo parere è importante,,,,come vede la situazione attuale?
Credo che ne descrivere una situazione si debba trovare una parola che, di per sè, la possa definire.
Io ho scelto la parola CONFUSIONE, perchè questo è quello che regna in ogni ambito politico, sanitario, informativo, gestionale, economico, lavorativo, personale.
Consideriamolo da ogni punto di vista
L’aspetto politico.
E' ormai evidente alla maggior parte delle persone che la comunicazione e gestione politica del problema è stato disastrosa da ogni punto di vitsa.
E non è una questione di parte politica ma di gestione vera e propria della res publica.
Il nostro non è una stato federale, ma uno stato in cui le regioni hanno determinate autonomie che possono gestirsi, ma con una crisi enorme in prospettiva, la prima cosa che si sarebbe dovuta fare era una camera di lavoro Stato Regioni per un coordinamento di tutte le operazioni necessarie.
Si è preferito invece applicare lo scarica barile senza assunzioni di responsabilità, giocando sulla pelle dei cittadini.
Ma questo avrebbe presupposto che, governo e opposizioni, mettessero da parte la continua campagna elettorale basata sul celodurismo continuo di ambedue le parti, per costituire un governo di emergenza il cui UNICO scopo fosse il bene dei cittadini, da ogni punto di vista.
Abbiamo visto invece come è andata, siamo alle accuse reciproche, tutti i giorni a tutti i livelli, con ogni mezzo lecito e democratico e non.
E' evidente che questo mancato coordinamento è stato il peccato originale da cui poi sono derivate decisioni confuse e in ritardo, privilegiando all'inizio gli aspetti economici e quindi ritardando la chiusura, salvo poi danneggiarli lo stesso senza aver contenuto l'epidemia.
Altra conseguenza è la capacità di trattare a livello europeo, è evidente che se a livello europeo ci si presenta disuniti e lacerati a livello politico, si ha una potere di trattativa minore, perchè si viene giudicati inaffidabili.
Diverso sarebbe stato sedersi a un tavolo coesi, con alle spalle un popolo pronto ad alzare la voce e non solo a pronto a digitare sulla tastiera.
Un altro aspetto è la mancata creazione di una task force di esperti sanitari, economisti, sociologi, antropologi, psicologi, filosofi già con il famoso decreto del 31 gennaio dediti a studiare scenari e a delineare protocolli rapidi ed efficaci.
Ma perchè questo potesse avvenire bisognerebbe avere in precedenza un situation room di analisti di ogni settore capaci di percepire i segnali di aree di crisi, di segnalarle e di attivare le misure necessarie con gli esperti adeguati.
Sono assolutamente consapevole che in queste condizioni il Governo non avrebbe potuto chiudere tutto, in assenza della percezione del pericolo immediato.
E' già difficile far rispettare le regole in questa situazione, immaginiamo senza avere il sentore di morte.
Ma anche qui se la decisione fosse stata presa con il consulto e l'appoggio di tutte le forze politiche coese e di un pool di esperti, il messaggio fatto da buon padre di famiglia avrebbe avuto una percezione diversa.
Invece si è scelto di navigare a vista, basandosi sui numeri e le situazioni in evoluzione, con una serie di decreti che hanno aumentato lo stato di confusione gestionale e ridotto la comprensione e la tolleranza della gente.
Ci si è preoccupati più di salvare l'immagine che di salvare le persone, essendo ben lontani dall'annuncio brutale ma consapevole di un Churchill "saranno lacrime e sangue".
E' mancata completamente la preparazione all'emergenza.
Lasciando perdere le polemiche sulle riserve accumulate di presidi sanitari per il governo, che sarebbe comprensibile se altrettanto fosse stato fatto per gli ospedali, gli operatori necessari, le forze dell'ordine e la popolazione.
Invece si è permessa una speculazione incontrollata su questi presidi, non essendosi premuniti di procurarli in fase di allarme e di stoccarli.
Posso solo immaginare lo stato di confusione che regna attualmente nei palazzi di governo, preoccupato più di tutelarsi dagli errori che di essere onesti, ammetterli e presentarsi con un piano serio di ripresa economica, sociale e soprattutto umana, facendo leva sull'orgoglio di essere italiani, di essere speciali, basandosi sui due grandi pilastri che abbiamo: cultura e solidarietà.
L'ambito sanitario.
Abbiamo assistito e ancora assistiamo a uno spettacolo indegno della Scienza Medica, da un parte soloni che con passaggi televisivi e sul web dicono cose che poi ritrattano, come al solito basandosi sulla regola che fa audience non chi è serio ma chi è più televisivamente "giusto", basandosi sulle tre regole: aspetto fisico, capacità di public speaking meglio se con violenza autoritaria, risseggiare con chi ha un pensiero diverso.
Aderendo a questo schema questi cosiddetti uomini di scienza hanno fatto un danno enorme, ritardando in tempi, gongolandosi nel loro protagonismo e supportando tesi poi smentite.
Non contenti, passati dall'altra parte della barricata, dopo le cantonate terrificanti, ritengono ancora di avere la autorità per pontificare e considerarsi portatori di verità assolute.
Anche in campo sanitario c’è una grave responsabilità politica che non ha un colore, in quanto tutti si sono sempre preoccupati di togliere risorse a quello che fattivamente rappresenta la più grande causa di deficit per lo Stato insieme alle pensioni, brutalmente potremmo dire che con un taglio solo si riducono due spese.
Il male della sanità italiana non è di adesso ma è profondo e radicato.
La gestione data ai manager di nomina politica è disastrosa: il risparmio di denaro è quello che dà valore alla gestione, anche se questo vuol dire non fornire adeguate attrezzature, servizi e personale.
Il corpo sanitario non è eroico da oggi ma da sempre, sottopagato, privato di motivazioni, costretto a lavorare spesso in condizioni non adeguate, per la maggior parte dei casi, non si tira indietro fornendo ancora oggi un servizio giudicato eccellente.
Ma i tempi di attesa per visite e interventi sono dilatati, a volte enormemente, per carenza di spazi e per la mancata assunzione di personale.
In questo quadro generale, già in profonda crisi, si è innestato il problema della gestione di un epidemia con un enorme afflusso di malati e una ridotta capacità di risorse sia di barriera, che strumentali che di personale che via via si ammalava e spesso moriva.
L'impreparazione adeguata alla terapia ha determinato l'adozione di protocolli terapeutici non uniformi, con diversi reparti che adottano terapie personalizzate e non univoche con impossibilità di valutare seriamente i risultati.
Di fatto, per la mancanza di tempo, il contrario di un corretto approccio scientifico, in cui i dati vengono valutati e confrontati.
La mancanza di spazi e tempo ha determinato la cremazione veloce dei corpi o la loro sepoltura rapida, senza analisi autoptica, questo ha determinato la impossibilità di valutare il danno anatomico e di poter, di conseguenza, approcciare i casi con protocolli terapeutici più specifici, secondo il vecchio detto di anatomia patologica "i morti insegnano per i vivi".
Sappiamo che è la tempesta di citochine infiammatorie che determinerebbe la polmonite interstiziale, ultimamente però sembra che non sarebbe questa la causa dell'esito infausto, ma di fatto un collasso della circolazione periferica, cambiando così l'approccio terapeutico.
In molti casi il crollo della "prima linea" medica ha determinato in diversi casi il reclutamento in rianimazione di medici di grandissima volontà ma non sempre con le adeguate competenze, il reclutamento di medici stranieri senza che si conoscessero le loro esperienze.
Il tutto con una gestione allo sbaraglio, in cui ancora una volta i medici sono stati lasciati soli, senza l'immediata introduzione di uno scudo penale chiaro che li tutelasse in una condizione in cui il comportamento è conseguenza dell'emergenza.
Immaginiamo in guerra un chirurgo costretto a tagliare una gamba a un soldato saltato su una mina che poi deve affrontare una causa per non aver adeguatamente curato la gamba.
Questo è il clima che già si comincia a respirare, senza tenere conto che moltissimi sanitari sono costretti a operare senza protezione, moltissimi lavorano positivi senza tamponi, perchè non erano abbastanza e perchè comunque non si poteva fare a meno di loro.
E ogni giorno ci sciorinano numeri di infettati, malati, guariti e morti assolutamente inattendibili, perchè agli asintomatici il tampone non si esegue, salvo poi dire che sono gli asintomatici quelli pericolosi.
Intanto i medici morti sono già più di 100.
L'informazione
Questo è un capitolo delicatissimo perchè è ormai evidente che ci sono tre tipi di possibile servizio informativo.
Quello asservito al potere in cui le informazioni sono pilotate adeguatamente per difendere le sue scelte, anche quando la falsità diventa assordante.
Quello scandalistico che cerca specificamente tutto ciò che è sensazionalistico, per la legge del "chi urla di più attira di più".
La controinformazione, una giungla che va dalle fake news alle informazioni serie sepolte e opportunamente non visibili.
Questo marasma di notizie informativo è in realtà la migliore metodica per creare disinformazione.
Immaginiamo di ricevere una notizia, e quella la immagazziniamo, tre coerenti notizie le immagazziniamo, tre notizie contradditorie ci inducono a una analisi e una o due le immagazziniamo scartando quella che non ci interessa.
Immaginiamo cento notizie al giorno contradditorie con un afflusso a tutte le ore, tutti i giorni, l'effetto è un bombardamento cerebrale che diventa inestricabile e non comprensibile ai più, perchè la verifica di ogni notizia richiede tempo, ricerca e impegno.
Ma per la maggior parte delle persone diventa semplice accettazione di tutto e del contrario di tutto, gettando la mente in uno stato di confusione e di immobilità pronta ad accettare ordini chiari e semplici.
Ed è quello che sta avvenendo una sorta di manipolazione di massa in cui si aspettano le disposizioni.
Aspetto economico
Non sono un economista quindi non mi voglio avventurare in un campo non mio ma uno spunto di riflessione voglio darlo.
Storicamente le grandi riprese economiche sono sempre avvenute dopo grandi disastri o naturali o generati dell'uomo.
Epidemie e guerre non avendo di per sè nessun senso, riconoscono il loro senso nel post avvenimento.
Il crollo economico riequilibra le attività stesse, dando nuovo slancio al periodo ricostruttivo, anche per quella fame di vita che caratterizza gli uomini dopo un periodo oscuro.
Noi veniamo da anni in cui di fatto l'economia è stagnante, e le ricette di austerità si sono rivelate ampiamente fallimentari, generando ancora più povertà e gettando le economie di interi paesi in crisi.
Una politica economica espansiva non veniva accettata dai paesi che predicavano ed erano in grado di sostenere il rigore, i sistemi inflattivi non erano più praticabili.
Allora quale opportunità migliore di una epidemia per sbloccare risorse impensabili solo qualche mese fa?
Attenzione non voglio assolutamente dire che l'epidemia sia una invenzione del Governo segreto del mondo, o sostenere teorie complottiste, ma l'epidemia si è rivelata una OPPORTUNITA'.
E l'economia sia reale, che speculativa, si regge sull'opportunità.
E allora perchè non aumentare a dismisura la percezione per poter applicare bonus economici enormi, per far circolare denaro, per dare nuove possibilità?
Non dimentichiamo che uno dei parametri economici che si usano per controllare lo stato economico è la fiducia della gente.
E la gente ha fiducia quando ha risorse.
Aspetto lavorativo.
Ancora una volta regna la confusione più totale, esercizi aperti con protezioni approssimative in spazi ristretti, chi verifica la sanizzazione di beni che sono passati attraverso diverse mani e che vengono portati nelle case?
Nessuno, perchè semplicemente è impossibile farlo.
E nel frattempo industrie non strategiche per l'emergenza, ma strategiche per reggere l'economia del paese, restano chiuse.
Tutti a casa con una strategia di sostegno approssimativa, variabile e per ora non funzionante.
I medici per fare un esempio, gli "eroi" al momento non hanno nessun tipo di sostegno.
L'Inps che dovrebbe essere una struttura con server potentissimo visto che cura gli interessi di milioni di italiani va in tilt, evidenziando ancora una volta le crepe di un sistema statale obsoleto e superato.
Interi settori lavorativi legati al turismo, alla ristorazione, a servizi dovranno affrontare una crisi violentissima e per alcuni economicamente fatale senza che all'orizzonte si intravedano spiragli reali su un futuro fattibile
Noi
E poi ci siamo noi, costretti a stare a casa, pronti ad accettare limiti alla libertà senza obiezioni e discussioni, in un attimo, pronti via.
Ha senso tutto questo?
Visto che non è prevedibile che arriveremo al paziente zero e basta un infetto adeguatamente sistemato in un ambiente per generare un focolaio, e visto che è già stata dimostrata la reinfezione, c'è da chiedersi ancora una volta se tutto questo sia l'approccio giusto o se sia solo cautelativo dal punto di vista legale per poi non essere attaccati giuridicamente poi.
Da tutto ciò si evince che ogni singolo aspetto ogni può essere visto in molti modi e che centinaia di domande non hanno e forse non avranno mai risposte,
Tra qualche anno film, documentari, inchieste ci racconteranno una, dieci, cento storie diverse da quella che stiamo vivendo ora, per come la abbiamo vissuta.
La nostra percezione del reale è sempre la nostra, noi comuni mortali non riusciremo mai a entrare nei meccanismi del Sistema, e ad avere una visione complessiva realistica e attendibile.
Anche perchè forse questa volta anche il Sistema è andato in crac.
Ma dovendoci accontentare della nostra piccola finestra facciamo in modo che almeno sia pulita e che quando guardiamo fuori sia quello che vogliamo vedere e pensare noi, non quello che qualcuno vuole farci vedere e pensare.
COPYRIGHT DP