.Novara 26 giugno 2020
Luca Palamara è un magistrato di origini calabresi, ma nato a Roma che inizia la sua carriera nella magistratura alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria per poi passare a quella di Roma. E’ giovane Palamara, a soli 39 anni, viene eletto presidente dell’Associazione nazionale magistrati, e da 6 anni circa è un componente del Consiglio superiore della magistratura, di cui è anche stato consigliere.
Palamara diventa uno dei magistrati più potenti di Italia, che può decidere a suo piacimento a quale collega far fare o meno carriera e come muovere gli appartenenti all’ambito legale e giudiziario.
Come purtroppo spesso succede agli esseri umani, il nostro giovane magistrato si monta un po’ troppo la testa , si crede onnipotente e invincibile e inizia a cedere all’idea del denaro facile e ai beni di lusso, accettando dagli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore e dall’imprenditore Fabrizio Centofanti viaggi e regali costosi per sé e per i membri della sua famiglia elargendo come contropartita benefici di vario genere .
Adesso, insieme a lui , sono tutti iscritti nel registro degli indagati.
E gli iscritti nel registro non finiscono qui: anche il consigliere del CSM Luigi Spina e il pm Stefano Rocco Fava, sono indagati per favoreggiamento e rivelazione di segreto professionale perché avrebbero rivelato a Palamara informazioni riservate sull’indagine a suo carico, aiutandolo ad eludere i controlli.
Ma Palamara a un certo punto, inaspettatamente cade dagli altari alla polvere , quando qualcuno decide che quando è troppo è troppo e fa in modo che le chat del cellulare di Palamara che contengono insulti (e non solo quelli) a Salvini così come quelle con magistrati, politici e giornalisti devono essere di dominio pubblico e lo fa attraverso i social.
Lo scandalo è grosso e crea una vera e propria scossa all’interno del Consiglio superiore della magistratura che non può far altro che decidere per la sua espulsione.
Ma non finirà qui probabilmente perché – anche se Palamara prima ha dichiarato di voler fare altri nomi e poi ha ritrattato - ormai il coperchio è stato tolto e tutto il marcio verrà irrimediabilmente fuori, perchè il popolo dei social non perdona, ma non è certo una disgrazia.
Almeno per gli italiani….
COPYRIGHT DP
Foto tratta dalla pagina FB di Libero
Luca Palamara è un magistrato di origini calabresi, ma nato a Roma che inizia la sua carriera nella magistratura alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria per poi passare a quella di Roma. E’ giovane Palamara, a soli 39 anni, viene eletto presidente dell’Associazione nazionale magistrati, e da 6 anni circa è un componente del Consiglio superiore della magistratura, di cui è anche stato consigliere.
Palamara diventa uno dei magistrati più potenti di Italia, che può decidere a suo piacimento a quale collega far fare o meno carriera e come muovere gli appartenenti all’ambito legale e giudiziario.
Come purtroppo spesso succede agli esseri umani, il nostro giovane magistrato si monta un po’ troppo la testa , si crede onnipotente e invincibile e inizia a cedere all’idea del denaro facile e ai beni di lusso, accettando dagli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore e dall’imprenditore Fabrizio Centofanti viaggi e regali costosi per sé e per i membri della sua famiglia elargendo come contropartita benefici di vario genere .
Adesso, insieme a lui , sono tutti iscritti nel registro degli indagati.
E gli iscritti nel registro non finiscono qui: anche il consigliere del CSM Luigi Spina e il pm Stefano Rocco Fava, sono indagati per favoreggiamento e rivelazione di segreto professionale perché avrebbero rivelato a Palamara informazioni riservate sull’indagine a suo carico, aiutandolo ad eludere i controlli.
Ma Palamara a un certo punto, inaspettatamente cade dagli altari alla polvere , quando qualcuno decide che quando è troppo è troppo e fa in modo che le chat del cellulare di Palamara che contengono insulti (e non solo quelli) a Salvini così come quelle con magistrati, politici e giornalisti devono essere di dominio pubblico e lo fa attraverso i social.
Lo scandalo è grosso e crea una vera e propria scossa all’interno del Consiglio superiore della magistratura che non può far altro che decidere per la sua espulsione.
Ma non finirà qui probabilmente perché – anche se Palamara prima ha dichiarato di voler fare altri nomi e poi ha ritrattato - ormai il coperchio è stato tolto e tutto il marcio verrà irrimediabilmente fuori, perchè il popolo dei social non perdona, ma non è certo una disgrazia.
Almeno per gli italiani….
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Foto tratta dalla pagina FB di Libero