La consapevolezza del sopravvissuto
Novara 26 Dicembre 2019
E’ conosciuto come l’erede inconcludente , il ragazzo perso nell’apparenza, l’uomo che va con i trans, il cocainomane, e chi più ne ha più ne metta. Ma se lo si guarda bene, Lapo nello sguardo ha una tristezza infinita, un dolore mai espresso , una sensiubilità che pochi sanno riconoscere.
Quando era ragazzino, a scuola dai gesuiti ha subito abusi sessuali.
Ai tempi del militare è riuscito ad evitare di fare l’ufficiale -come voleva suo nonno - tatuandosi tutto il corpo, ma lo stare tra i soldati semplici non gli ha reso certo la vita più facile: faceva a botte un giorno sì e l’altro pure.
Il nome di famiglia, così importante, così conosciuto, gli è sempre stato di peso. Lui avrebbe voluto fare il negoziante come i suoi amici francesi, voleva essere come loro.
E’ dislessico .
Si può dire senza tema di essere smentiti che tutte le sue (dis) avventure sono legate ad un’infanzia piena di incomprensioni e sensi di colpa.
Una delle cose che più gli dà fastidio è essere etichettato come il nipote di Gianni Agnelli o il figlio di Margherita. Perché Lapo è una persona creativa, nata libera e imprigionata in un mondo che non ha mai sentito suo.
Il denaro l’ha aiutato , certamente, l’ha tirato fuori dai pasticci ben più di una volta, gli ha permesso di fare l’imprenditore, ma l’affetto, quello vero, quello sincero, quello di una donna che capisce il vero Lapo, quello non c’è stato mai e le conseguenze si sono viste.
Poi, improvvisamente la vita di Lapo cambia poche settimane fa: un incidente d’auto mentre è in Israele solo alla guida della sua auto. Si schianta e finisce in coma, subisce diverse operazioni, e mentre si trova in quell’ospedale israeliano vede lo strazio di famiglie colpite negli affetti con storie senza lieto fine (parole sue) e decide: vuole aiutare chi soffre, gli interessa il prossimo, quel prossimo di cui non si è mai curato.
E’ stato portato in una clinica svizzera in cui sta facendo riabilitazione e pensa al suo nuovo obiettivo.
Ci riuscirà, come sempre è riuscito a portare avanti e a termine ogni suo progetto, basta dargli quella fiducia e quell’approvazione che ha sempre cercato e mai ottenuto dalla sua importante, ma anaffettiva famiglia.
Copyright DP
Foto tratta dal profilo FB di Lapo Elkann
E’ conosciuto come l’erede inconcludente , il ragazzo perso nell’apparenza, l’uomo che va con i trans, il cocainomane, e chi più ne ha più ne metta. Ma se lo si guarda bene, Lapo nello sguardo ha una tristezza infinita, un dolore mai espresso , una sensiubilità che pochi sanno riconoscere.
Quando era ragazzino, a scuola dai gesuiti ha subito abusi sessuali.
Ai tempi del militare è riuscito ad evitare di fare l’ufficiale -come voleva suo nonno - tatuandosi tutto il corpo, ma lo stare tra i soldati semplici non gli ha reso certo la vita più facile: faceva a botte un giorno sì e l’altro pure.
Il nome di famiglia, così importante, così conosciuto, gli è sempre stato di peso. Lui avrebbe voluto fare il negoziante come i suoi amici francesi, voleva essere come loro.
E’ dislessico .
Si può dire senza tema di essere smentiti che tutte le sue (dis) avventure sono legate ad un’infanzia piena di incomprensioni e sensi di colpa.
Una delle cose che più gli dà fastidio è essere etichettato come il nipote di Gianni Agnelli o il figlio di Margherita. Perché Lapo è una persona creativa, nata libera e imprigionata in un mondo che non ha mai sentito suo.
Il denaro l’ha aiutato , certamente, l’ha tirato fuori dai pasticci ben più di una volta, gli ha permesso di fare l’imprenditore, ma l’affetto, quello vero, quello sincero, quello di una donna che capisce il vero Lapo, quello non c’è stato mai e le conseguenze si sono viste.
Poi, improvvisamente la vita di Lapo cambia poche settimane fa: un incidente d’auto mentre è in Israele solo alla guida della sua auto. Si schianta e finisce in coma, subisce diverse operazioni, e mentre si trova in quell’ospedale israeliano vede lo strazio di famiglie colpite negli affetti con storie senza lieto fine (parole sue) e decide: vuole aiutare chi soffre, gli interessa il prossimo, quel prossimo di cui non si è mai curato.
E’ stato portato in una clinica svizzera in cui sta facendo riabilitazione e pensa al suo nuovo obiettivo.
Ci riuscirà, come sempre è riuscito a portare avanti e a termine ogni suo progetto, basta dargli quella fiducia e quell’approvazione che ha sempre cercato e mai ottenuto dalla sua importante, ma anaffettiva famiglia.
Copyright DP
Foto tratta dal profilo FB di Lapo Elkann