Ancora ottimismo per l’industria novarese.
Ravanelli: “fondamentale per il futuro investire su Industria 4.0”.
L’ottimismo continua a caratterizzare le prospettive a breve termine dell’industria novarese.
Secondo le previsioni congiunturali elaborate dall’Associazione Industriali di Novara per il terzo trimestre del 2017 (riportate integralmente sul sito “www.ain.novara.it”), il saldo tra gli imprenditori che si dichiarano ottimisti e quelli che sono pessimisti sull’incremento della produzione si mantiene sui valori più alti dell'ultimo decennio, nonostante un lieve calo da 21,5 a 19 punti, rimanendo molto superiore alla media piemontese che scende, invece, da 16,9 a 9,9 punti.
I saldi ottimisti/pessimisti relativi alle attese di ordini totali registrano una contrazione da 19,1 a 13,7 punti (la media regionale cala da 16,2 a 9,6 punti), mentre le previsioni di esportazioni proseguono in una crescita che dura da oltre un anno, passando da 10,6 a 12,2 punti, a fronte della riduzione da 9,9 a 8,8 punti del dato piemontese.
«La conferma che attendevamo nelle precedenti rilevazioni – commenta il presidente dell’Ain, Fabio Ravanelli – sembra finalmente essere arrivata e la ripresa, nonostante i consumi interni ancora deboli, si sta consolidando anche a livello strutturale. Il peggio è ormai davvero alle spalle; ora dobbiamo cogliere tutte le opportunità per ritrovare una crescita solida, sostenibile e, soprattutto, duratura».
Anche il fronte occupazionale prosegue nel trend positivo dello scorso trimestre, con un saldo ottimisti/pessimisti sulle aspettative di nuove assunzioni in crescita da 15,2 a 18 punti (9 punti la media regionale), nonostante un incremento dall’1,5% al 3,6% delle aziende che dichiarano l’intenzione di ricorrere alla Cassa integrazione guadagni (sono l’8,1% in Piemonte).
«Il dato sulla Cig – osserva il direttore dell’Ain, Aureliano Curini – è comunque positivo perché rimane sui livelli minimi dell’ultimo decennio, mentre prospettive di ampliamento degli organici ai massimi da dieci anni, pur riflettendo l’intonazione positiva dell’economia manifatturiera provinciale, non devono far dimenticare che i livelli occupazionali “pre-crisi” non saranno più raggiungibili, quantomeno nel medio termine».
Rimane su buoni livelli, nonostante il calo dal 38,2% al 35,3% (28,2% la media piemontese), l’indicatore relativo agli investimenti “significativi”, mentre crescono dal 43,5% al 46,8% le previsioni di investimenti “marginali” da parte delle imprese novaresi (46,6% il dato regionale). «Che oltre un terzo delle nostre industrie – aggiunge Ravanelli – abbia in programma investimenti “significativi” è un dato positivo, ma non ancora sufficiente per dare vero slancio alla crescita.
Bisogna, infatti, premere l’acceleratore su “Industria 4.0”, utilizzando tutte le opportunità, anche in termini di agevolazioni fiscali e finanziarie, offerte dall’omonimo piano nazionale.
Per consentire alle aziende di comprendere pienamente la portata della rivoluzione in atto e cogliere al massimo i benefici delle misure in essere è stato recentemente costituito il “Digital Innovation Hub Piemonte”, di cui anche l’Ain è socio fondatore, che permetterà la diffusione della conoscenza sulle tecnologie più adeguate e offrirà formazione avanzata per compiere quel salto di qualità che è indispensabile per affrontare le sfide future».
In crescita, infine, ma sempre attestato a livelli minimi, l’indicatore relativo all’andamento dei ritardi negli incassi, che sono segnalati dal 28,7% delle imprese contro il 22,3% del secondo trimestre e il 29,8% della media regionale.
A livello settoriale si consolidano le positive aspettative di produzione in tutti i comparti, compreso l’alimentare che aveva registrato tre trimestri consecutivi in calo.
Nel metalmeccanico, dove il 41,3% di aziende ha in programma investimenti “significativi”, i saldi ottimisti/pessimisti sulle attese di ordini totali registrano però una contrazione da 20 a 4,3 punti e aumentano le richieste di Cassa integrazione e i ritardi negli incassi. Più stabile il chimico, con saldi ottimisti/pessimisti su produzione e ordini totali a 27,8 punti, e il tessile-abbigliamento, in cui gli stessi saldi sono positivi, per la prima volta dopo quattro anni, da due trimestri consecutivi.
Copyright Marco Fontana, Ufficio stampa Ain