Il Dr. Marco Magaraggia ha spiegato come sarà la quarta rivoluzione industriale e come sarà l’industria del futuro attraverso la combinazione tra processi aziendali e tecnologie abilitanti, in grado di innovare le imprese italiane e non solo quelle del settore industriale.
Martedì 21 marzo 2017 presso l’agriturismo La Capuccina di Cureggio si è svolto un interclub con cena conviviale tra il Rotary Club Borgomanero Arona, presieduto da Carlo Paolo Frattini ed il Rotary Club Novara San Gaudenzio, presieduto da Antonio Poggi Steffanina, con ospite relatore Marco Magaraggia, Founder e partner di ALTEA S.p.A., società di Consulenza d’Impresa con sede legale a Baveno (VB), che ha trattato il tema oggi di assoluta attualità : “Industry 4.0”.
Industria 4.0 è il nome con cui viene definita la quarta rivoluzione industriale e prende il nome dal piano industriale tedesco, presentato a Düsseldorf nel 2011, su infrastrutture, ricerca, scuole, energia, e aziende per riportare la manifattura tedesca ai vertici mondiali.
Tre rivoluzioni industriali hanno già segnato importanti tappe: l’uso del vapore per il funzionamento degli stabilimenti alla fine del 18° secolo è stata la prima. All’inizio del 20° secolo con il petrolio la seconda rivoluzione ha portato chimica ed elettricità nell’industria. La terza infine ha automatizzato la produzione dagli anni ’70 con elettronica e informatica. Ora è il momento della inter-connettività e delle macchine intelligenti, delle analisi dei Big Data e degli adattamenti in tempo reale della produzione. Un nuovo patto fra uomo e tecnologia.
Ma come fa una fabbrica tradizionale a trasformarsi in un’industria 4.0? Facile, ci vogliono le cosiddette tecnologie abilitanti. Ottimo, ma di cosa si tratta? Diversamente dalle rivoluzioni precedenti in cui era agevole individuare il salto di tecnologia (vapore, petrolio ed elettricità, elettronica e IT) nel caso attuale sono molte le strade che portano alla connettività intelligente. E se la connettività è la condizione base per i rivoluzionari con il 4.0 sulla maglia, occorrono però molti elementi che compongono questo nuovo universo.
Alcuni come il cloud computing e la cyber security consentono e garantiscono una maggiore condivisione di dati riguardanti la fabbrica e tutelano la connessione globale, altri come l’IoT (Internet of Things), ossia l’insieme di tecnologie e sensori che consentoni agli oggetti in fabbrica, sia device sia prodotti finiti, di comunicare e interagire tra loro e con le persone via rete. In questo modo l’analisi dei dati e il decision making sono decentralizzati, rendendo possibile delle risposte in real-time.
Questo colossale flusso di dati può essere gestito dalle imprese: informazioni in tempo reale che permettono di adattare la produzione momento per momento sulla base di ciò che le persone comprano o semplicemente osservano con interesse. Già oggi Zara, noto brand di abbigliamento, è in grado di fare più collezioni all’anno grazie all’utilizzo di soluzioni digitali nei punti di vendita e l’analisi dei dati tramite Big data&Analytics
Altre tecnologie abilitanti sono la realtà aumentata, sistemi che, attraverso un dispositivo mobile, come uno smartphone, o dispositivi di visione (per es. occhiali a proiezione sulla retina), di ascolto (auricolari) e di manipolazione (guanti), aggiungono informazioni multimediali alla realtà normalmente percepita dall’uomo; l’Additive Manufacturing (stampa in 3D), l’Advanced Manufacturing solution, una nuova generazione di robot, ad un costo più basso e con maggiori capacità rispetto a quelli attualmente in uso; in grado di interagire tra loro e con le persone e di apprendere da queste interazioni. Macchine che imparano e che affiancheranno sempre di più l’uomo nel processo produttivo, o l’integrazione di dati e di sistemi lungo tutta la catena del valore farà in modo che tutti i reparti e le funzioni aziendali diventino parte di un unico sistema integrato.
Quanto di ciò che aveva scritto Isaac Asimov nel suo celebre ciclo dei robot si sta realizzando?
Bill Gates ha recentemente dichiarato che dovremmo prevedere che i robot potrebbero sottrarre ulteriori posti di lavoro agli umani e quindi prevedere che i robot paghino le tasse per compensare, almeno parzialmente il fenomeno. Su questo non tutti sono d’accordo.
Per una volta sembra che l’Italia sia seriamente intenzionata a saltare su questo treno lanciato verso il futuro. Questo lascia pensare il Piano Nazionale Industria 4.0 contenuto nella legge di bilancio 2017 in cui per incoraggiare le imprese ad essere più flessibili, veloci, produttive e con prodotti competitivi e di alta qualità, sono previsti superammortamenti e addirittura iperammortamenti per beni strumentali “Industry 4.0” e questo vale anche per software e beni immateriali.
In soldoni significa che se si investisse ad esempio in un macchinario o una stampante 3D (interconnessa, integrata ecc. ecc.) o in un’altra tecnologia abilitante riconosciuta e si spendesse 100, si potrebbe metterne a detrazione 250. Se la burocrazia non si metterà di traverso è auspicabile che molte industrie italiane coglieranno l’opportunità di salire sul treno giusto.
Copyright la Redazione