L'ultimo Re d’Italia scomparve il 18 marzo 1983, in esilio, a Ginevra.

Oggi ricorre il 37° anniversario della scomparsa di Re Umberto II di Savoia, avvenuta a Ginevra, in eslilio, il 18 marzo 1983.
L’ultimo Sovrano della nostra amata Patria fu Umberto II che nacque il 15 settembre 1904 nel Castello di Racconigi e all’età di ventisei anni, nel 1930, si sposò con Maria Josè del Belgio.
A partire dall’ 8 giugno 1944 esercitò i poteri sovrani che gli aveva affidato il padre con la nomina a Luogotenente Generale. Tuttavia già dopo l’8 settembre 1943 in qualità di semplice Generale del Regio Esercito combatté al fianco degli Alleati. Rimase al fianco del Corpo volontari della Libertà sino alla fine della guerra risalendo al fianco dei soldati la penisola che veniva liberata.
Cercò in tutti i modi di smorzare il terribile clima che persisteva in Italia in seguito agli anni della tragica guerra civile rimettendosi alla volontà della maggioranza degli elettori che si sarebbe dovuta liberamente esprimere tramite una consultazione popolare.
Il 9 maggio 1946, in seguito all'abdicazione del padre, gli venne conferito l’incarico di luogotenente del Regno e sedette sul trono per poco più di un mese, sino al 13 giugno 1946.
Decise, per amor di Patria, di partire per l’esilio a Cascais in Portogallo, per scongiurare le minacce di Togliatti, Nenni che a costo di un altro spargimento di sangue o di un colpo di Stato volevano la Repubblica; dopo l’esito del referendum del 2 giugno 1946, venne decretata, non senza molti dubbi e polemiche, la fine della Monarchia.
Umberto II cercò sempre di stare vicino agli italiani nei momenti lieti e in quelli tristi della Nazione, nonostante fosse lontano dal suolo patrio.
Infatti inviò importanti aiuti economici per aiutare la popolazione colpita dall’alluvione del Polesine e per far fronte alla tragedia del Vajont.
Donò al Santo Padre Papa Giovanni Paolo II la Sacra Sindone, la Reliquia più preziosa per la Cristianità che da molti secoli faceva parte del patrimonio dei Savoia.
Il “Re di maggio” morì a Ginevra il 18 marzo 1983 e per sua espressa volontà venne donato dagli eredi al Museo Nazionale Romano anche il nucleo centrale delle 8.316 monete di Casa Savoia affinché la collezione di suo padre Vittorio Emanuele III tornasse ad essere completa.
Umberto II venne a Novara in quattro occasioni: la prima volta il 15 maggio 1927 per l’inaugurazione del Monumento in memoria dei Caduti della Prima Guerra Mondiale sull’Allea e per visitare lo stabilimento De Agostini. Al termine di quest’ultima il Principe, tra selve di gagliardetti e cordoni di popolo, si recò con il proprio seguito al ricevimento offertogli nel lussuoso palazzo De Calboli in Via delle Orfanelle, sede della federazione provinciale Fascista. Per l’occasione le sale furono allestite con principesco sfarzo e ornate con piante, quadri, mobili, oggetti d’arte e arazzi di inestimabile valore, trasformando la dimora in un vero ambiente regale.
Il pranzo, offerto dal Comune per soli trenta illustri invitati, venne organizzato e servito dal noto Pagagini del ristorante Menabrea e comprendeva il seguente menù: consumato in tazza; trota al vino bianco; sovrane di pollo; spumettine d’asparagi; timballo vanigliato; frutta in cestelli; caffè; vini: Fara 1869-1922, Bianco soave di Fara e Gran Spumanta Calissano di Alba.
Tre anni più tardi, il 16 novembre 1930, tornò per l’inaugurazione del Broletto con la Galleria d’arte Moderna “Paolo e Adele Giannoni” ( il 19 marzo 2011 in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia è stata restaurata e finalmente riaperta al pubblico dopo che era stata lasciata per alcuni decenni in degrado), dei quattro padiglioni nuovi dell’Ospedale Maggiore della Carità e del Cavalcavia di S. Agabio.
La terza volte venne in città il 16 settembre 1937 in occasione realizzazione della nuova fontana luminosa posta sull’Allea. Infine il 7 agosto 1940 fece visita ai feriti della Seconda Guerra Mondiale.
Viva l’Italia, sempre!
Copyright testo e fotografia Antonio Poggi Steffanina