E’ mancato Giampaolo Ferrari, un novarese che piaceva a tutti.

Si dice, ora che Giampaolo Ferrari non c’è più, che l’imprenditoria novarese è in lutto. A me sembra una frase riduttiva nei confronti di questo personaggio. Si, riduttiva, perché il lutto è di tutti i novaresi, non solo dell’imprenditoria, quel settore nel quale è pur vero che Giampaolo Ferrari e la sua azienda hanno dato molto da oltre un secolo.
Lui, magro, esile, elegante, mai sopra le righe, è stato portato via da un male tremendo a soli 67 anni (il 4 di settembre ne avrebbe compiuti 68) e non c’è stato nulla da fare. Circondato dall’affetto della famiglia sino all’ultimo secondo, ha raggiunto serenamente il fratello e i genitori, mancati qualche tempo fa.
Lo conobbi tanti anni fa, perché Giampaolo Ferrari abitava a poche centinaia di metri da me e dalla mia famiglia. Sono state innumerevoli le volte che sua madre e la mia si sono viste per un caffè e una “ciciarada” alla novarese, a volte in via Nazari, casa sua e a volte in via Sottile, casa mia.
Discreto e riservato, Giampaolo Ferrari era un uomo impegnato anche nel sociale, a capo da anni del coordinamento dei Club cittadini e dei Lions in particolare; sostenitore entusiasta del Novara Calcio, amava parlare della sua città e della squadra azzurra, andando allo stadio Piola quando gli innumerevoli viaggi di lavoro glielo permettevano.
Mi mancherà la sua intelligenza, mi mancheranno i suoi consigli, mi mancherà la sua maniera di essere una persona per bene.
Copyright Stefano Rabozzi