Innocue per l'uomo ma dannose per colture, frutteti e orti.
Ritorno delle cimici asiatiche in città. Quelle autoctone di colore verde (Nezara viridula) sono state infatti ormai numericamente surclassate da quelle marroni (Halyomorpha halys), appunto di origine asiatica (Halyomorpha halys), che negli ultimi tre-quattro anni hanno colonizzato le nostre zone.
"Spesso – spiegano i tecnici del Servizio Ambiente – a causa dell’abbassamento delle temperature questi insetti, a partire dall’autunno, si ritrovano in numero elevato sia sulle pareti esterne degli edifici, soprattutto se esposte a sud, sia dentro le abitazioni, formando a volte ammassi di centinaia o migliaia di esemplari, in modo particolare in ambienti riparati come verande, sottotetti, dove cercano di ripararsi dal freddo. Le cimici hanno causato ingenti danni alle coltivazioni frutticole, orticole e cerealicole, ma non sono pericolose per le persone, ma arrecano fastidio se presenti in numero elevato ed inoltre emanano un odore particolarmente sgradevole se disturbate o schiacciate. Considerato che si tratta di un insetto particolarmente dannoso, oltre che per le colture agrarie, anche per orti e frutteti famigliari, è utile eliminare gli adulti che cercano riparo negli edifici: ogni femmina che sopravvive all'inverno nell'anno successivo può deporre qualche centinaio di uova, da cui si svilupperanno gli stadi della nuova generazione. A scopo preventivo si devono pertanto utilizzare zanzariere o sigillare eventuali fessure che permettono alle cimici l'accesso all’interno degli edifici. Inoltre gli insetti possono essere eliminati dai loro ricoveri con attrezzi aspirapolvere. Nei magazzini e nei garage è possibile utilizzare gli insetticidi autorizzati per uso domestico. Inoltre, per evitare l'invasione delle abitazioni, è possibile predisporre “ricoveri” artificiali esterni, ponendoli scatole di cartone, stracci, sacchi di iuta avvolti da un telo di plastica ma con le estremità libere per consentire l’accesso ed eliminando quindi le cimici riparate all'interno. Questo – concludono i tecnici - in attesa che nuove tecniche di lotta, possibilmente a ridotto impatto ambientale, vengano messe a punto nei prossimi anni per ridurre gli effetti nocivi di questo insetto".
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