Il progetto è risultato il migliore tra tutti i partecipanti al concorso universitario “Torino Idea” e il 9-10 settembre 2016 sarà presentato a Fiuggi al Vice Presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani.
Parla novarese il progetto dedicato alla sicurezza che ha ottenuto la migliore valutazione dalla commissione giudicante del Concorso universitario di idee “Torino Idea”.
Il giovane studente novarese, Stefano Renosto, laureando in Scienze Politiche all’Università Statale di Milano, ha ideato una “App” che consentirà di coordinare la sicurezza per le città di medie dimensioni ma che potrà essere adattata anche a quelle più grandi.
L’idea nasce dall’attento studio dei problemi di sicurezza che quotidianamente si verificano nelle città di media grandezza e lo studio di fattibilità è stato realizzato proprio su Novara, dove abita. L’intento dell’applicazione da scaricare e installare sullo “smart phone” è quello di coordinare tutti i soggetti che si occupano di garantire la pubblica sicurezza in modo da poter gestire in maniera integrata le emergenze ma anche per ricevere segnalazioni di malfunzionamenti nell’ambito dei gestori di servizi essenziali di pubblica utilità come energia elettrica, acqua, gas.
Il 9 e 10 settembre Stefano Renosto presenterà ufficialmente il progetto alla Convention in programma a Fiuggi a cui parteciperanno il Vice Presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani e il Presidente del Partito Popolare Europeo Joseph Daul.
“I motivi per cui ho pensato di sviluppare questo progetto sulla sicurezza -spiega il giovane inventore novarese Stefano Renosto- sono molteplici: la trasformazione rapida della nostra città con la perdita di reti sociali e di conoscenza reciproca, la diminuzione degli esercizi commerciali in centro storico soprattutto con l’aumento dei parcheggi blu, per esempio, la presenza sempre più numerosa di persone anziane e single più soli e fragili rispetto ai contesti in cui vivono, la presenza di stranieri concentrati in alcune strade e quartieri che accresce il senso di non appartenenza e non identificazione, la presenza di aree dismesse, degradate o poco vissute con l’impressione di abbandono che comunicano, le azioni della microcriminalità percepite dai cittadini in modo molto più profondo della grande criminalità e della criminalità organizzata.
La molteplicità delle ragioni della ricerca di sicurezza da parte dei novaresi denota la complessità del problema, che non si risolve semplicemente, e chiama in causa una molteplicità di azioni che le Amministrazioni Pubbliche sono chiamate a realizzare.
La sicurezza è un bene pubblico ed è uno dei pilastri su cui si fonda lo Stato moderno. La possibilità di vivere e di preservare la propria integrità fisica e la propria incolumità è desiderio primario di ogni essere umano.
Occorre dunque rifuggire sia da atteggiamenti negazionisti sia da atteggiamenti iperrealisti.
Ho cercato quindi di occuparmi di sicurezza -continua Renosto- mettendo in atto un sistema integrato di strumenti per dare una risposta concreta ai cittadini che chiedono la presenza delle Istituzioni le quali devono attivare partecipazione e dialogo. Sono certamente necessari alcuni interventi che tendano a fornire evidenza della presenza delle Forze dell’Ordine sul territorio: l’incremento e il rinnovo degli strumenti in dotazione delle Polizia Locali, l’apertura di presidi decentrati e la presenza di unità mobili, il rinnovamento e il potenziamento degli apparati audio e video, l’estensione dell’orario di presenza della Polizia Locale, il coordinamento del lavoro delle Polizia Locali con i Carabinieri e la Polizia di Stato, le convenzioni con altri Comuni.
Novara è il secondo capoluogo della Regione Piemonte e come in tutte le grandi città, un tema caldo è quello della “sicurezza –racconta il giovane universitario novarese-, ma anche quella della relazione tra la percezione dei cittadini, la dimensione oggettiva dei fenomeni, gli strumenti di intervento, gestione, prevenzione. Novara è anche la mia città e sul tema della sicurezza urbana ho pensato di sviluppare questo progetto che sperimenti forme di innovazione tecnologica basata sulla condivisione in modalità open di dati che evidenzino i fattori di maggiore impatto sulla qualità della vita, elaborati a partire dal contributo attivo dei cittadini e dallo sviluppo di un’applicazione per monitorare la situazione della sicurezza urbana dal punto di vista del cittadino e rilevare eventuali criticità da segnalare ai soggetti competenti della P.A.
Si tratta di un progetto educativo che si basa su quattro grandi pilastri: l’alfabetizzazione informatica, l’educazione alla sicurezza anche on line che è una vera novità, la partecipazione in rete e l’educazione al comportamento su Internet.
Concretamente il cittadino si mette in contatto (usando il telefono con mail o sms o foto testando l’app sviluppata) con il Contact Center della Polizia e del Comune che riceve la segnalazione e registra tutte le informazioni fornite in merito alla problematica percepita. L’informazione viene elaborata e integrata ai dati già disponibili nel database derivate da segnalazioni precedenti. Questi dati, nei limiti delle condizioni di utilizzo della privacy, vengono resi disponibili come Open Data.
Inoltre la criticità esposta dal cittadino viene geo-localizzata sulla mappa della città, che evidenzia l’insieme dei fenomeni segnalati, corredati da dati quali-quantitativi.
Per ogni caso, si calcola un set di indicatori chiave per la Sicurezza Urbana, il cui valore puntuale e la variazione nel tempo vengono visualizzati su un visualizzatore formativo in centrale.
Un sistema di notifica invia i valori puntuali degli indicatori chiave per dare una risposta alla criticità nel periodo più breve possibile.
Il progetto punta a dotare gli operativi di strumenti di comunicazione con i cittadini più dinamici, intromettendoli all’interno della PA per stimolare la “relazione cittadino/Città” in chiave di cittadinanza attiva, e a offrire nel contempo a chi gestisce l’operatività anche alcune analisi operative di breve periodo sui fenomeni.
Questo ha permesso di sperimentare e valutare:
- l’innovazione messa al servizio dei processi organizzativi della pubblica amministrazione permettendo di renderli più reattivi, flessibili ed efficaci;
- le potenzialità dell’innovazione tecnologica per conoscere meglio le esigenze espresse dal territorio (ad es. analizzando e monitorando le richieste pervenute dai cittadini) e quindi rispondere in modo più efficace, attraverso la definizione di opportune strategie di intervento.
Inoltre, questa esperienza ha aperto nuove prospettive in quanto ha permesso di ragionare su come le tecnologie digitali possono anche cambiare le modalità e i canali attraverso cui la pubblica amministrazione e i cittadini dialogano, sviluppando forme di cittadinanza attiva.
Negli ultimi anni, -conclude Stefano Renosto- a Novara e Provincia sono aumentati i reati contro il patrimonio, in parte anche per effetto della crisi, come emerge dai dati delle denunce dei cittadini alle Forze dell’Ordine e dall’attività investigativa delle Forze di Polizia. I reati da cui si può ricavare un guadagno economico (furti, rapine, truffe, estorsioni, spaccio di sostanze stupefacenti, usura, ricettazione...) sono aumentati a partire dal 2010, mentre diminuiscono i reati a carattere non economico, fatta eccezione per l’aumento delle lesioni e delle minacce denunciate in questi due ultimi anni. Dai nostri cittadini, ogni giorno giungono domande di sicurezza sempre più pressanti: solo negli ultimi tempi questo tema appare superato dal bisogno e dalla certezza di lavoro. Ma le questioni relative alla sicurezza sono pur sempre all’attenzione di tutte le Amministrazioni.
Proprio in questo contesto ha assunto particolare rilevanza l’App ideata da me".
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