Bendato? Sì, ma non maltrattato!
Sta suscitando scalpore la foto (pubblicata sui giornali e mostrata alla televisione)
di Gabriel Christian Natale Hjorth il complice delll’assassino del brigadiere Rega bendato e ammanettato .
E’ vero che si è rifiutato di rispondere come avrebbe invece dovuto fare.
E’ vero, i militari che lo hanno arrestato erano evidentemente furiosi per la morte del collega e si sono un po’ lasciati “prendere la mano”, ma , attenzione!, non hanno l’hanno picchiato, non l’hanno torturato, più semplicemente lo hanno bendato perché si sentisse più esposto e più fragile. Vecchia tecnica ormai in disuso, ma cosa potevano fare per togliersi la rabbia di fronte a chi ha assistito a un omicidio e non ha fatto niente per impedirlo, anzi è stato complice?
E’ giusto, perché l’Arma dei Carabinieri è fatta da militari che hanno regole ben precise da rispettare, che adesso ci sia un’indagine interna sui motivi per cui i responsabili di questa situazione (già individuati) saranno soggetti a misure disciplinari, ma resta il fatto, inconfutabile, che suscita ira, tanta ira, quando un tuo collega viene accoltellato 8 volte e pensi che potresti esserci stato tu al posto suo, davanti a un drogatello 19enne che non è neppure capace di capire la differenza tra un pugno e una coltellata.
Oppure forse lo capiva e lo sapeva benissimo, perché FORSE, l’ha fatto apposta. Prima o poi la verità verrà fuori…
Onestamente, davanti a questi pensieri, davanti a una famiglia spezzata prima ancora di essere formata, chi di noi, avendo tra le mani il complice del colpevole non si sarebbe comportato allo stesso modo o magari anche peggio?
Ci siamo tutti indignati per i post scritti dalla prof di arte di un liceo di Novara, come logico e giusto che sia stato , quindi mettiamoci per un istante nei panni dei due militari che hanno avuto materialmente tra le mani il complice dell’assassino e hanno eseguito l’interrogatorio….nonostante la forte rabbia si sono limitati a bendarlo!
Se tutto fosse avvenuto in America, quei due ragazzotti sarebbero già nelle patrie galere, processati in quattro e quattr’otto, magari addirittura prendendosi la pena di morte ( perché 8 coltellate significano la voglia di uccidere, non un raptus) e l’interrogatorio non sarebbe stato come da noi, perché lì i poliziotti ci vanno giù pesanti, altro che bendare! E sarebbe stato giusto così.
Purtroppo invece si è svolto, e resterà, tutto in Italia, il noto Paese di bengodi, dove ognuno può uccidere appena ne ha voglia, tanto la pena, come sempre, sarà comunque mite.
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