Se il fine era un riconoscimento economico per l’impiego degli operatori di polizia nei servizi di controllo del territorio nelle città, nelle arterie extraurbane, autostradali e in tutti gli altri luoghi dove è sempre necessaria la presenza delle forze di polizia, specificamente riferito al COVID-19 ed ai rischi concreti di contrarre il virus forse qualcuno nel Suo dicastero non ha ben chiaro il quadro retributivo riferito alle indennità di turnazione per i servizi cd. h24 articolati nei quattro quadranti giornalieri, oppure era in vena di scherzi.
Ebbene, la tanto declamata indennità di Ordine Pubblico corrisposta in alternativa alle normali indennità ha comportato in effetti, alla fine dei conti, l’incredibile aumento medio pro-capite di 1,25 euro al giorno!
L’innovativo strumento retributivo, presentato dal Dipartimento come diretto a confortare il rischio della vita nell’adempimento del proprio dovere, si risolve come spesso accade in un “garbuglio” di manzoniana memoria, una pantomima burocratico- amministrativa il cui unico risvolto sembra quello di creare un’illusoria aspettativa di gratificazione economica che invece non c’è e che in fondo ha anche molto meno valore della “classica pacca sulla spalla” che i poliziotti sono abituati a ricevere, quale unico e “meritato” compenso per l’abnegazione ed il sacrificio, connaturato peraltro con i nostri doveri di servitori dello Stato che svolgono con onore e dedizione i propri compiti istituzionali al servizio del cittadino, per il pubblico bene.
In questo caso, fermo restando la buona fede che spesso è frutto di ignoranza e non di cattive intenzioni, facendo quattro conti, ci siamo accorti che l’indennità di O.P. in sede, nel caso del servizio notturno risulta addirittura inferiore.
Ma come se ciò non bastasse, ecco che ancora qualche solerte “generale”, ha voluto guadagnarsi il merito di rendere confusa ed opinabile la regola direttiva facendo sì che il riconoscimento o meno dell’indennità di OP in argomento, possa dipendere in effetti dalla personale interpretazione dei singoli Questori, diversa quindi per ogni provincia.
Una inaccettabile applicazione del “beneficio” in parola ad libitum, senza alcuna uniformità, lasciando come già detto ai poveri Questori l’ingrato compito di elargire l’istituto economico o negarlo.
Libere interpretazioni che, oltre all’aspetto prettamente soggettivo dell’Autorità, variano dal “colore” delle regioni italiane, ridicolizzando ulteriormente la responsabilità di chi, lautamente remunerato per amministrare con competenza ed equità, è invece riuscito a generare confusione e sperequazioni nel trattamento economico che per i motivi sopra in cenno richiama al pensiero una maschera della commedia dell’arte, variopinta e stravagante che però, dato il periodo, stavolta non fa ridere anche se lo zelante arlecchino che ha concepito tutto ciò non era come immaginiamo consapevole del pandemonio scenico che ha ingenerato. Misurare l’entità e gravità del rischio in base ai colori e non dal tipo di servizio, più che una burla sembra una beffa!
È lecito effetto il sottolineare che sembra di essere di fronte alla solita “commedia all’italiana”, dalla quale emergono grandi propositi e buone intenzioni ma che, nei fatti, si può solo contare su ciò che diamo tutti per scontato: il sacrificio e la serena responsabile rassegnazione di chi ha il compito di realizzare questi importanti propositi, aldilà del difetto di logica di chi ne ha scritto il copione. Certo è che (e vogliamo ripeterci) arrivare finanche a stabilire l’importanza del rischio del potenziale contagio in base al colore della regione in cui prestano servizio i poliziotti, supera ogni umana comprensione, considerato che il COVID 19 non sembra faccia distinzioni in base alle coordinate geografiche, né alle uniformi che si indossano, e la nostra ragione anche in questo caso, si evince dai dati relativi all’elevato numero di contagi tra gli operatori di polizia, nonostante la mancanza di un piano sanitario specifico per effettuare i tamponi e nonostante i proclami che parlavano di mettere i medici e gli uffici sanitari della Polizia di Stato in condizioni di agire preventivamente con tamponi rapidi e screening diffusi.
Il Siulp piemontese, delle province firmatarie del presente comunicato, non intende partecipare alla commedia.
Rigetta con forza ogni forma di opportunismo o propaganda politica ed ogni misero calcolo ragionieristico.
Invoca e richiama ad una maggiore sensibilità e attenzione chi, ai vertici, ha il potere-dovere di garantire che all’efficienza dei servizi di polizia corrispondano forme di indennità adeguate e non offensive, essendo peraltro gratificazione già sufficiente la semplice gratitudine che leggiamo negli occhi delle persone che ci è consentito di aiutare e tutelare entro i limiti posti dalle nostre attribuzioni.
Se dunque il fine è l’efficienza del servizio, il conforto a coloro che sono impegnati in questa specifica attività di prevenzione epidemiologica, deve concernere mezzi coerenti e conseguenziali che rappresentino realmente una differenziazione economica speciale, attesa l’eccezionalità storica del momento. In alternativa, ci faremo promotori, su scala nazionale, di una iniziativa mirata a devolvere, da parte di ogni polizotto aderente al SIULP, la somma media percepita di 1,25 euro giornalieri, in favore dei rispettivi servizi sanitari regionali.
Torino, 22.11.2020
Segretario Provinciale Generale Asti Mulè
Segretario Provinciale Generale Biella Ciriello
Segretario Provinciale Generale Cuneo Digeronimo
Segretario Provinciale Generale Novara Di Gaudio
Segretario Provinciale Generale Torino Bravo
Segretario Provinciale Generale Verbania Gallotti
Segretario Provinciale Generale Vercelli Giglio
Foto tratta dalla pagina FB Sindacato Polizia di Stato