L’autopsia smentisce le dichiarazioni della madre
Novara 24 maggio 2019
Forse si sono lasciati trascinare dalla droga o forse dalla rabbia o forse più semplicemente non sono psicologicamente normali i due genitori che affermano che il loro bimbo è morto perché è caduto dal lettino.
L autopsia, effettuata ha stabilito che le gravissime lesioni riscontrate sul suo corpicino non sono compatibili con quello che afferma la madre. Quindi?
Quello che maggiormente fa pensare è la decisione dei due di avvalersi della facoltà di non rispondere al Procuratore della Repubblica di Novara che sta conducendo l’indagine.
Perché chiudersi nel silenzio se davvero è stato un incidente? Perché se l’ autopsia smentisce le spiegazioni date dalla madre , significa che dietro a questa brutta faccenda c è qualcosa di terribile che , se dichiarato, potrebbe forse peggiorare ancora di più le già pesanti accuse di infanticidio.
Quindi viene spontaneo pensare che a quei due ( li chiamiamo così, in tono dispregiativo perché non meritano nemmeno l’ appellativo di “ persone”) interessa molto di più la loro futura sorte piuttosto che spiegare i motivi dell ‘atroce gesto che hanno compiuto contro un piccolo, così piccolo che non ha nemmeno saputo o potuto difendersi . Un piccolo così piccolo che è stato facilissimo infliggergli delle ferite mortali. Un piccolo così piccolo che ci si mette un niente a farlo morire, magari perché piange e da’ fastidio, o magari perché usato come vendetta personale di gelosia di uno dei due mostri contro l’ altro, o, altra ipotesi, perché la droga ha completamente obnubilato il cervello e l’ unica cosa che ha permesso di capire è stata quella che bisognava portarlo all ‘ospedale.
È sempre molto difficile entrare nella testa di qualcuno per comprendere cosa lo spinge a compiere atti impensabili per chi vuole che i bambini vadano sempre protetti e mai lasciati morire se appena è possibile impedirlo. Eppure bisogna sforzarsi di farlo, perché solo così si potrà rendere giustizia a un innocente che ha avuto un solo torto - se così si può chiamare- nella sua brevissima vita: quello di nascere in una famiglia che non ha saputo capire il grande dono che le è stato dato e che non è concesso a tutti: quello di mettere al mondo una creatura.
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