Anche noi, nel nostro piccolo, vogliamo esprimere il nostro più grande disgusto verso certi idealismi.

Di fronte alla tragedia che si è consumata a Parigi nella tragica notte del 13 novembre, anche noi, nel nostro piccolo, vogliamo esprimere il nostro più grande disgusto verso certi idealismi, figli forse di una superficialità troppo spiccata di fronte a precedenti analoghi casi.
Contestualmente vogliamo esprimere anche il nostro “abbraccio virtuale” a tutti i parenti delle vittime di questo gesto infame, che non può (e non deve) essere ricollegato esclusivamente a una guerra di religione.
Nell'osservare un minuto di rigoroso silenzio in memoria degli innocenti che hanno perso la loro vita in modo così “assurdo”, è lecito domandarsi: ma quante altre vittime dovranno contarsi prima che i “grandi” della Terra capiscano che non è una battaglia… solo di alcuni? Che è necessario restare uniti per diventare più forti e respingere questo attacco estremista?
Le nostre non vogliono essere parole dettate dalla retorica, ma non potremo mai dire che l’umanità si è evoluta se, ancora oggi, dobbiamo assistere a scene come quelle che da venerdì sera ci spaventano… perché questi gesti hanno colpito duramente la Francia (già ferita molteplici volte in questo 2015), ma possono colpire ognuno di noi e in qualunque momento.
C’è dunque poca voglia di parlare. Dopo la rabbia inziale sorta, pensiamo, dentro tutti noi, ora subentra lo sconforto. La commozione. A risorgere da questa situazione non deve essere soltanto la Francia, ma tutto il genere umano. Per dire basta una volta per tutte, alla perdita di preziose vite umane in nome di un ideale sul quale si basano le peggiori scuse per sradicare ogni minimo diritto dell’uomo.
Copyright Giovanni Chiorazzi