La pellicola presenta riprese ardue che portano in scena, con vivacità, un momento storico che segnò profondamente l’Inghilterra.
Novara, 19 gennaio 2018
Se pensate che un biopic storico possa essere solo documentaristico e noioso, leggete qua sotto.
Una pellicola di 114 minuti che parla, nel rispetto dei fatti storici, di Winston Churchill e delle scelte che dovette prendere nel maggio del 1940, anno in cui divenne Primo Ministro Inglese.
Un biopic classico diretto da un Joe Wright in ottima forma dopo il flop di Pan – Viaggio sull’Isola che non c’è che non aveva visto una direzione e una sceneggiatura ben eseguite.
Riprese ardue che portano in scena, con vivacità, un momento storico che segnò profondamente l’Inghilterra.
Non ci troviamo di fronte al classico film di guerra: non si narra la storia dei soldati ma dei politici.
E qui più che mai la regia è fondamentale per scandire un ritmo che, altrimenti, sarebbe fin troppo lento.
Posto questo c’è comunque qualche scena fin troppo lenta ma, su quasi due ore di film, sono assolutamente accettabili.
A fare da traino all’opera non è tanto la regia ma un Gary Oldman (protagonista) in pieno stato di grazia.
Duecento ore di trucco accompagnano la sua splendida performance che ritrae un uomo carismatico, retorico e poliedrico quale era Winston Churchill.
Un ottimo biopic che centra in pieno il suo obbiettivo, da vedere se vi sono piaciuti film come The Founder di John Lee Hancock o L’Ultima Parola di Jay Roach.
Copyright Ivan Pelizzari
Se pensate che un biopic storico possa essere solo documentaristico e noioso, leggete qua sotto.
Una pellicola di 114 minuti che parla, nel rispetto dei fatti storici, di Winston Churchill e delle scelte che dovette prendere nel maggio del 1940, anno in cui divenne Primo Ministro Inglese.
Un biopic classico diretto da un Joe Wright in ottima forma dopo il flop di Pan – Viaggio sull’Isola che non c’è che non aveva visto una direzione e una sceneggiatura ben eseguite.
Riprese ardue che portano in scena, con vivacità, un momento storico che segnò profondamente l’Inghilterra.
Non ci troviamo di fronte al classico film di guerra: non si narra la storia dei soldati ma dei politici.
E qui più che mai la regia è fondamentale per scandire un ritmo che, altrimenti, sarebbe fin troppo lento.
Posto questo c’è comunque qualche scena fin troppo lenta ma, su quasi due ore di film, sono assolutamente accettabili.
A fare da traino all’opera non è tanto la regia ma un Gary Oldman (protagonista) in pieno stato di grazia.
Duecento ore di trucco accompagnano la sua splendida performance che ritrae un uomo carismatico, retorico e poliedrico quale era Winston Churchill.
Un ottimo biopic che centra in pieno il suo obbiettivo, da vedere se vi sono piaciuti film come The Founder di John Lee Hancock o L’Ultima Parola di Jay Roach.
Copyright Ivan Pelizzari