Il Novara si inchina alla capolista
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Novara 03 Maggio 2014 - Niente da fare. Neppure contro il Palermo la compagine azzurra ha saputo trarre fuori dal cilindro l’orgoglio e la reazione necessaria, per dimostrare di essere ancora “viva” in questo finale di stagione. Troppo impari il confronto tra la prima della classe (il cui valore non è mai stato messo in discussione e che, con questa vittoria, ha riconquistato meritatamente la massima serie con cinque giornate d’anticipo) e una squadra, quella di Aglietti, incapace di creare un’azione degna di nota, imbastire un contropiede e di conseguenza dare continuità ai propri risultati, almeno quelli interni.
Le statistiche parlano chiaro e se si esclude il gol annullato per fuorigioco a Rubino nel secondo tempo (su preciso assist del compagno Sansovini), gli azzurri non hanno mai tirato in porta o messo apprensione all’estremo difensore ospite Sorrentino. Da parte di Ludi e compagni si è notata troppa arrendevolezza , nei confronti di un avversario sicuramente più forte sotto l’aspetto tecnico-tattico (e anche sotto il profilo psicologico e della determinazione), ma che al “Piola” ha trovato terreno fertile per mettere in luce le proprie doti. Detto questo… complimenti al Palermo per il traguardo raggiunto!
Costantemente in ritardo su ogni pallone e incapaci di arginare le folate offensive dei rosanero, gli azzurri continuano a far preoccupare i propri tifosi… che oggi, al triplice fischio del direttore di gara hanno assistito alla felicità dei numerosi sostenitori palermitani, accorsi in massa per festeggiare un traguardo di prestigio. L’amarezza non può che accrescere se si pensa che, ad inizio stagione, proprio il Novara era stato indicato come una delle formazioni più accreditate a centrare questo obiettivo… Invece, complici anche gli altri risultati di giornata, la situazione si complica sempre più e il Cittadella, l’avversaria diretta più in forma, trova addirittura il sorpasso in classifica ai danni degli azzurri.
A fine gara c’è ben poco da spiegare in casa novarese… Anzi, un pizzicato senso di rassegnazione, seppur non ammesso da nessuno, si può leggere sui volti dei protagonisti. Di certo la posta in palio era alta per entrambe le squadre, perché la vittoria aveva due significati diversi ma altrettanto importanti. Proprio per questo motivo, però, dato che i punti necessari al Novara avevano una valenza sicuramente maggiore, ci si sarebbe aspettato un approccio diverso alla sfida, un maggior piglio nell’affrontare la partita e soprattutto più cattiveria agonistica.
In ottica futura preoccupa forse di più questo aspetto, che non i limiti (ormai evidenti) di una squadra che gioca senza una propria identità. Come si può pensare, infatti, di uscire fuori da questa condizione se non si affrontano gli impegni con la giusta mentalità? A rischio, adesso, c’è anche la possibilità di giocarsi la salvezza agli spareggi. Il calendario del Novara metterà di fronte agli azzurri tutte partite contro avversari che hanno ancora ambizioni concrete e che, forse Juve Stabia a parte (già retrocessa), non concederanno nulla a Rubino e compagni.
Nei giorni scorsi, fino alla nausea, si è parlato della necessità di un cambio radicale a livello psicologico… ma questa circostanza tarda sempre più a concretizzarsi e a sole cinque giornate dalla fine è impossibile restare sereni di fronte a questa situazione.
Molti tifosi si sentono inerti e vorrebbero sicuramente dare del proprio per dare una svolta a questo campionato. Anche contro il Palermo il tifo non è mai venuto meno, ecco perché forse a fine gara sarebbe stato più corretto da parte dei nostri giocatori andare sotto la Curva Nord per ringraziare chi ancora ci crede, chi lo fa a prescindere dai risultati e dalla posizione in classifica, perché legato ad una passione verso la maglia azzurra.
Si può parlare di un Novara allo sbando? Vogliamo essere positivi e pensare che non si sia ancora giunti a questo livello. Ma la pazienza è finita e, purtroppo, anche le chances a disposizione. Al di là di qualunque avversario da qui sino alla fine della stagione, il Novara dovrà dimostrare sul campo di non essere allo sbando. Cogliendo vittorie importanti, senza alibi… infortunati, direttori di gara imparziali, episodi negativi… niente scuse. Agli azzurri servono punti, vittorie in trasferta (a maggior ragione dato che ne restano tre contro le ultime due partite casalinghe), ma più di tutto serve ritrovare il proprio orgoglio: se questi giocatori si dichiarano essere dei professionisti, lo dimostrino in campo. Giocando assieme, per la squadra, non singolarmente come accaduto anche contro il Palermo. Ritrovare l’affiatamento del gruppo può sembrare forse banale, ma è la base dalla quale ripartire per tentare di mantenere una categoria nella quale la città di Novara è mancata per 33 lunghi anni.
©Giovanni Chiorazzi
Le statistiche parlano chiaro e se si esclude il gol annullato per fuorigioco a Rubino nel secondo tempo (su preciso assist del compagno Sansovini), gli azzurri non hanno mai tirato in porta o messo apprensione all’estremo difensore ospite Sorrentino. Da parte di Ludi e compagni si è notata troppa arrendevolezza , nei confronti di un avversario sicuramente più forte sotto l’aspetto tecnico-tattico (e anche sotto il profilo psicologico e della determinazione), ma che al “Piola” ha trovato terreno fertile per mettere in luce le proprie doti. Detto questo… complimenti al Palermo per il traguardo raggiunto!
Costantemente in ritardo su ogni pallone e incapaci di arginare le folate offensive dei rosanero, gli azzurri continuano a far preoccupare i propri tifosi… che oggi, al triplice fischio del direttore di gara hanno assistito alla felicità dei numerosi sostenitori palermitani, accorsi in massa per festeggiare un traguardo di prestigio. L’amarezza non può che accrescere se si pensa che, ad inizio stagione, proprio il Novara era stato indicato come una delle formazioni più accreditate a centrare questo obiettivo… Invece, complici anche gli altri risultati di giornata, la situazione si complica sempre più e il Cittadella, l’avversaria diretta più in forma, trova addirittura il sorpasso in classifica ai danni degli azzurri.
A fine gara c’è ben poco da spiegare in casa novarese… Anzi, un pizzicato senso di rassegnazione, seppur non ammesso da nessuno, si può leggere sui volti dei protagonisti. Di certo la posta in palio era alta per entrambe le squadre, perché la vittoria aveva due significati diversi ma altrettanto importanti. Proprio per questo motivo, però, dato che i punti necessari al Novara avevano una valenza sicuramente maggiore, ci si sarebbe aspettato un approccio diverso alla sfida, un maggior piglio nell’affrontare la partita e soprattutto più cattiveria agonistica.
In ottica futura preoccupa forse di più questo aspetto, che non i limiti (ormai evidenti) di una squadra che gioca senza una propria identità. Come si può pensare, infatti, di uscire fuori da questa condizione se non si affrontano gli impegni con la giusta mentalità? A rischio, adesso, c’è anche la possibilità di giocarsi la salvezza agli spareggi. Il calendario del Novara metterà di fronte agli azzurri tutte partite contro avversari che hanno ancora ambizioni concrete e che, forse Juve Stabia a parte (già retrocessa), non concederanno nulla a Rubino e compagni.
Nei giorni scorsi, fino alla nausea, si è parlato della necessità di un cambio radicale a livello psicologico… ma questa circostanza tarda sempre più a concretizzarsi e a sole cinque giornate dalla fine è impossibile restare sereni di fronte a questa situazione.
Molti tifosi si sentono inerti e vorrebbero sicuramente dare del proprio per dare una svolta a questo campionato. Anche contro il Palermo il tifo non è mai venuto meno, ecco perché forse a fine gara sarebbe stato più corretto da parte dei nostri giocatori andare sotto la Curva Nord per ringraziare chi ancora ci crede, chi lo fa a prescindere dai risultati e dalla posizione in classifica, perché legato ad una passione verso la maglia azzurra.
Si può parlare di un Novara allo sbando? Vogliamo essere positivi e pensare che non si sia ancora giunti a questo livello. Ma la pazienza è finita e, purtroppo, anche le chances a disposizione. Al di là di qualunque avversario da qui sino alla fine della stagione, il Novara dovrà dimostrare sul campo di non essere allo sbando. Cogliendo vittorie importanti, senza alibi… infortunati, direttori di gara imparziali, episodi negativi… niente scuse. Agli azzurri servono punti, vittorie in trasferta (a maggior ragione dato che ne restano tre contro le ultime due partite casalinghe), ma più di tutto serve ritrovare il proprio orgoglio: se questi giocatori si dichiarano essere dei professionisti, lo dimostrino in campo. Giocando assieme, per la squadra, non singolarmente come accaduto anche contro il Palermo. Ritrovare l’affiatamento del gruppo può sembrare forse banale, ma è la base dalla quale ripartire per tentare di mantenere una categoria nella quale la città di Novara è mancata per 33 lunghi anni.
©Giovanni Chiorazzi
Novara - Ternana 1-1
Novara-Ternana viene decisa da un “botta e risposta” attorno al quarto d’ora del primo tempo, con il vantaggio iniziale degli umbri durato meno di 60 secondi. La sfida che ha segnato la “prima” assoluta di Attilio Tesser da ex tecnico degli azzurri, ha fatto rivedere al “Piola” - per oltre un’ora - bel gioco e una prestazione decisamente positiva da parte di Rubino e compagni. La voglia da parte di entrambe le squadre di ben figurare si è manifestata in campo fin dal primo minuto: l’approccio alla gara è stato leggermente a favore degli umbri, ma la compagine guidata da Aglietti ha saputo prendere subito le dovute contromisure, riuscendo a rispondere “colpo su colpo” alle folate rossoverdi. Il pareggio potrebbe essere alla fine anche un risultato obiettivo, tuttavia spiace che gli azzurri non abbiano saputo concretizzare al meglio le tante occasioni a proprio favore. Non va dimenticato che la Ternana di Attilio Tesser, cui i tifosi hanno rivolto l’accoglienza prevista alla vigilia, sottolineando oltre la sua grande professionalità anche il bellissimo lato umano, era reduce da ben dieci risultati utili consecutivi e si presentava al “Piola” senza che il tecnico di Montebelluna avesse ancora patito l’onere di una sconfitta.
Che ci fosse un po’ di tensione in campo per questa delicata sfida lo si è potuto osservare fin dalle battute iniziali.
Qualche “colpo proibito” non sanzionato dall’arbitro, il Sig. Minelli (apparso inesperto per la categoria e la gestione di un match così delicato), si è intravisto durante la partita.
L’uscita anzitempo dal campo di Buzzegoli nel primo tempo preoccupa un po’ Aglietti e lo staff sanitario azzurro.
Difficilmente il centrocampista potrà essere recuperato e impiegabile per la prossima trasferta di Cesena. Un’altra tegola cui si dovrà cercare di far fronte.
Ma sebbene il pareggio non accontenti integralmente (in particolare vista la sconfitta interna del Cittadella contro il Brescia e il pareggio del Bari contro il Cesena, che avrebbero fatto guadagnare punti preziosi agli azzurri accorciando la classifica), restituiscono sicuramente grandi soddisfazioni alcune circostanze: in primis il fatto che il
Novara abbia dato segnali di vivacità dopo la prova opaca contro il Carpi; in secondo luogo la costanza di un giocatore diventato importantissimo nell’economia di gioco azzurra, quale Marco Sansovini, anche contro gli umbri il migliore in campo. Segni di crescita esponenziale anche per Lazzari e per il giovane Manconi, partito titolare e preferito al francese Lepiller, la cui condizione fisica lo aveva limitato nel precedente turno.
Si può dire che per rivedere il bel gioco, tanto sospirato, si sia dovuto attendere il ritorno del… “Komandante” Attilio Tesser allo stadio “Piola”. Poco importa se da avversario… Qualcuno ha storto un po’ il naso nel vedere il tecnico che ha saputo portare gli azzurri dalla Lega PRO alla Serie A, in soli due anni, esultare al momento del gol che ha portato in vantaggio la Ternana. Ma in fondo anche questo aspetto è sinonimo di professionalità. Tesser ha ammesso di avere ottimi ricordi di Novara e della sua gente e questo, di per sé, è già la più grande soddisfazione che si possa avere: la stima di una persona che ha scritto una pagine della storia societaria azzurra e che ne riconosce il valore.
La partita è restata incerta fino all’ultimo… si è anche corso qualche rischio nel finale, che ha fatto “tremare” ripensando a quanto accaduto al “Tombolato” di Cittadella. A sole undici partite dalla fine la strada per il Novara è ancora in salita, ma nell’ambiente c’è ora più fiducia nei propri mezzi. Un aspetto sul quale si dovrà far leva da qui sino alla fine, senza fare troppi calcoli e dedicandosi ad un avversario per volta. Sabato gli azzurri saranno chiamati alla sfida del “Manuzzi” e c’è da attendersi un’altra “battaglia sportiva”, al termine della quale la nostra squadra dovrà aver raccolto un risultato positivo per continuare ad alimentare un sogno chiamato “salvezza”.
©Giovanni Chiorazzi
Che ci fosse un po’ di tensione in campo per questa delicata sfida lo si è potuto osservare fin dalle battute iniziali.
Qualche “colpo proibito” non sanzionato dall’arbitro, il Sig. Minelli (apparso inesperto per la categoria e la gestione di un match così delicato), si è intravisto durante la partita.
L’uscita anzitempo dal campo di Buzzegoli nel primo tempo preoccupa un po’ Aglietti e lo staff sanitario azzurro.
Difficilmente il centrocampista potrà essere recuperato e impiegabile per la prossima trasferta di Cesena. Un’altra tegola cui si dovrà cercare di far fronte.
Ma sebbene il pareggio non accontenti integralmente (in particolare vista la sconfitta interna del Cittadella contro il Brescia e il pareggio del Bari contro il Cesena, che avrebbero fatto guadagnare punti preziosi agli azzurri accorciando la classifica), restituiscono sicuramente grandi soddisfazioni alcune circostanze: in primis il fatto che il
Novara abbia dato segnali di vivacità dopo la prova opaca contro il Carpi; in secondo luogo la costanza di un giocatore diventato importantissimo nell’economia di gioco azzurra, quale Marco Sansovini, anche contro gli umbri il migliore in campo. Segni di crescita esponenziale anche per Lazzari e per il giovane Manconi, partito titolare e preferito al francese Lepiller, la cui condizione fisica lo aveva limitato nel precedente turno.
Si può dire che per rivedere il bel gioco, tanto sospirato, si sia dovuto attendere il ritorno del… “Komandante” Attilio Tesser allo stadio “Piola”. Poco importa se da avversario… Qualcuno ha storto un po’ il naso nel vedere il tecnico che ha saputo portare gli azzurri dalla Lega PRO alla Serie A, in soli due anni, esultare al momento del gol che ha portato in vantaggio la Ternana. Ma in fondo anche questo aspetto è sinonimo di professionalità. Tesser ha ammesso di avere ottimi ricordi di Novara e della sua gente e questo, di per sé, è già la più grande soddisfazione che si possa avere: la stima di una persona che ha scritto una pagine della storia societaria azzurra e che ne riconosce il valore.
La partita è restata incerta fino all’ultimo… si è anche corso qualche rischio nel finale, che ha fatto “tremare” ripensando a quanto accaduto al “Tombolato” di Cittadella. A sole undici partite dalla fine la strada per il Novara è ancora in salita, ma nell’ambiente c’è ora più fiducia nei propri mezzi. Un aspetto sul quale si dovrà far leva da qui sino alla fine, senza fare troppi calcoli e dedicandosi ad un avversario per volta. Sabato gli azzurri saranno chiamati alla sfida del “Manuzzi” e c’è da attendersi un’altra “battaglia sportiva”, al termine della quale la nostra squadra dovrà aver raccolto un risultato positivo per continuare ad alimentare un sogno chiamato “salvezza”.
©Giovanni Chiorazzi