Ad oggi in Italia, abbiamo un totale di tre formulazioni vaccinali contro il coronavirus Sars-Cov-2 che sono state approvate per la somministrazione di massa.
Il primo arrivato (21 dicembre 2020) è stato quello sviluppato da Pfizer e Biontech (mRna BNT162b2)
Poi il 7 gennaio 2021 è stata la volta di Moderna ( mRna 1273)
Infine il 29 gennaio 2021 è arrivato ), il vaccino sviluppato da AstraZeneca
Naturalmente decine di altre formulazioni vaccinali sono in fase più o meno avanzata di sperimentazione (vedi J&J)
Purtroppo ad oggi per l’Italia non è prevista la possibilità di scegliere individualmente per l’uno o per l’altro vaccino, perché il piano vaccinale (per motivi di incastri di disponibilità) prevede l’assegnazione di una specifica formulazione in base alla categoria professionale o alla fascia d’età anagrafica a cui si appartiene.
Vediamo in dettaglio :
- Il vaccino di Pfizer-BioNTech:
Comirnaty mRna BNT162b2
La dose somministrata è di 0,3 millilitri e viene prelevata da fiale (flaconcini) che contengono 2,25 millilitri di soluzione. Ciascuna fiala di vaccino può essere conservata fino a 6 mesi a una temperatura tra i -90°C e i -60°C, fino a 5 giorni tra i 2°C e gli 8°C e fino a 2 ore tra gli 8°C e i 30°C. Prima della somministrazione viene diluito in una soluzione di cloruro di sodio allo 0,9%, e da quel momento va iniettato entro 6 ore e tenuto sempre tra i 2°C e i 30°C.
Attualmente la stima migliore a disposizione riguardo all’efficacia nel ridurre i casi sintomatici di Covid-19 è del 95%, per tutte le fasce d’età e tutte le condizioni cliniche, ma l’inizio della protezione è solo a partire da una settimana dopo la seconda iniezione, ossia a 28 giorni dalla prima somministrazione.
Sul fronte delle reazioni avverse, quelle più frequenti (in più del 10% dei vaccinati) sono lievi e riguardano dolore e gonfiore nel sito di iniezione, mal di testa, dolori muscolo-scheletrici, stanchezza, febbre e brividi. Meno comuni l’arrossamento del braccio e la nausea, pruriti, insonnia e sensazioni di malessere, quantificati al di sotto dell’1% dei casi mentre tra le reazioni avverse gravi quella relativamente più frequente (ma comunque rara) è l’ingrossamento temporaneo delle ghiandole linfatiche. In generale tutte le reazioni avverse tendono a manifestarsi più spesso dopo la seconda dose.
A oggi non abbiamo indicazioni certe sulla durata della protezione, ma si ritiene che debba essere di almeno 9 mesi, più probabilmente di almeno 12.
Per le varianti: al momento gli studi in corso mostrano una buona efficacia del vaccino contro la variante VOC 202012/01 o B.1.1.7 (detta inglese), mentre è probabilmente inferiore la risposta alla variante 501 Y.V2 o B.1.351 (sudafricana) e ben poco si sa relativamente alla capacità del vaccino di proteggere da P.1 (variante brasiliana).
Il prezzo di ciascuna dose del vaccino si aggira sui 12 euro, e l’Italia ne ha finora ricevuti 3,3 milioni di dosi, che dovrebbero salire fino a quota 8 milioni entro fine marzo.
- Il vaccino di Moderna: mRna 1273
Evidenziamo quindi le principali differenze.
La somministrazione è indicata per persone dai 18 anni in su (anziché 16) e viene somministrato con due iniezioni (di 0,5 anziché 0,3 millilitri) a una distanza di 28 giorni l’una dall’altra. Vale a dire, 4 settimane anziché 3.
. La conservazione a lungo termine deve avvenire a temperature tra i -25°C e i -15°C, e fino a 30 giorni tra i 2°C e gli 8°C.
A oggi l’efficacia dichiarata e validata è del 94,1%, con buona omogeneità su tutte le fasce d’età.
Il vaccino inizia la fase protettiva a partire da 2 settimane dopo la seconda dose, cioè a 6 settimane dalla prima.
Le reazioni avverse si registrano soprattutto dopo la seconda dose, e più spesso nella fascia d’età 18-65 anni rispetto ai più anziani.
Gli effetti indesiderati più frequenti sono dolore nel punto dell’iniezione, affaticamento, mal di testa, dolori muscolari, nausea o vomito, brividi, ingrossamento delle ghiandole linfatiche nel braccio dell’iniezione, gonfiore o arrossamento e febbre, ma tutte di lieve entità e per qualche giorno al massimo.
Al momento l’indicazione è che le due dosi ricevute debbano essere della stessa formulazione, e che si possa vaccinare anche chi ha già avuto il Covid-19, mentre si sospende la seconda dose nel caso in cui venga contratta l’infezione nelle settimane tra la prima e la seconda dose prevista.
Per il vaccino Moderna il prezzo di ciascuna dose è stato valutato in 14,68 euro, e a oggi l’Italia ha ricevuto poco più di 100mila dosi. Entro la fine del primo trimestre dell’anno dovrebbe essere raggiunto il traguardo di un milione di forniture.
- Il vaccino di Oxford-AstraZeneca: ChAdOx1 nCov19
Anche in questo caso occorrono due iniezioni intramuscolari nel braccio, distanziate di almeno 10 settimane (meglio se esattamente 12) l’una dall’altra, ma evidenze più recenti mostrano che il risultato è migliore se si attendono almeno 70 giorni.
A intervallo ridotto tra le due somministrazioni l’efficacia varia tra il 62% e il 70%, mentre con le dosi più distanziate si può arrivare all’82%.
La protezione inizia comunque in modo significativo già dopo 3 settimane dalla prima dose, ma arriva al suo massimo solo dopo 2 settimane dalla seconda iniezione.
Il vaccino può essere conservato a temperature da frigorifero, tra i 2°C e gli 8°C: fino a 6 mesi a confezione chiusa e fino a 2 giorni a confezione aperta. Poi a temperatura ambiente, entro i 30°C, per 6 ore al massimo.
La soluzione non va diluita e ogni fiala contiene tra 8 e 10 dosi da 0,5 millilitri,
Riguardo alla fascia d’età a cui somministrare il vaccino, dopo un primo momento di limitazione agli under 65, si è passati dai 18 anni in su, ma sempre per le persone in buona salute. L’attuale piano vaccinale italiano prevede di destinare ai più anziani le formulazioni Pfizer e Moderna
Anche se l’efficacia è un po’ inferiore, la formulazione AstraZeneca è più semplice da gestire, e anche molto più economica: il costo di ciascuna dose dovrebbe aggirarsi poco sotto i 2 euro (si parla di 1,78, per la precisione). In Italia sono arrivate finora 250mila dosi di vaccino, ma entro fine marzo si dovrebbe arrivare a 5 milioni
A oggi non ci sono indicazioni precise sulla durata della protezione: certamente arriva ad almeno 2 mesi dalla seconda dose, ma si pensa possa essere decisamente superiore.
. Le reazioni avverse registrate sono generalmente le solite, molto lievi e più frequenti sotto i 65 anni di età, mentre quelle gravi sono state rarissime.
Per le sue caratteristiche, il vaccino AstraZeneca è più difficilmente adattabile alle nuove varianti del virus.
L’attuale formulazione sembra essere efficace sulla variante VOC 202012/01 (inglese), mentre pare essere meno funzionale sia per la 501 Y.V2 (sudafricana) sia per P.1 (brasiliana)
Tra poco dovrebbe arrivare in Italia anche in vaccino Johnson&Johnson, per le persone di età compresa tra i 18 e i 55 anni, l’unico a dose singola ad aver concluso la Fase 3 di sperimentazione e che sfrutta la piattaforma proprietaria AdVac, una tecnologia basata sull’uso di un vettore virale inattivato, un adenovirus e non ha bisogno di temperature di conservazione troppo basse.
I dati dello studio ENSEMBLE dimostrano che una singola dose è efficace all’85% e una protezione completa rispetto a morte e ospedalizzazione correlata al COVID-19 a 28 giorni dopo la somministrazione.
In Europa è stato autorizzato l'11 marzo, ma non viene ancora inoculato in nessuno dei 27 Paesi, anche se l'Europa ha già prenotato 200 milioni di dosi entro il 2021. All'Italia dovrebbero arrivarne circa 26-27 milioni.
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