Il Generale Figliuolo , quando era stato pochi giorni fa in visita in Piemonte aveva dichiarato che il Piemonte avrebbe dovuto arrivare a 40mila vaccinazioni al giorno a partire da giovedì 29 aprile .
Purtroppo non sarà così e certamente non per cattiva volontà o per mancanza di medici o centri vaccinali, ma per mancanza di vaccini!!!
Il Presidente della regione Alberto Cirio su FB ha infatti dichiarato: “Qui i medici di famiglia lavorano insieme al personale sanitario, con la possibilità di arrivare a 900 somministrazioni al giorno. Le nostre scorte però sono nuovamente agli sgoccioli . Attendiamo le consegne previste in settimana, perché il Piemonte è pronto a vaccinare 40 mila persone al giorno, ma abbiamo bisogno di munizioni.”
Le consegne previste di Astrazeneca e Moderna sono infatti molto ridotte (16600 dosi del primo siero e 9400 del secondo) e non consentono l'accelerata che dovrebbe consentire di raggiungere il tetto di somministrazioni quotidiane imposto da Figliuolo
Per questo motivo, per garantire i richiami senza penalizzare la prosecuzione delle immunizzazioni con prima dose agli over 70, agli ultra 60enni e ai soggetti fragili, il presidente della Regione Piemonte e l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi hanno deciso di inviare una lettera al presidente del Consiglio Mario Draghi e al generale Figliuolo chiedendo che la distribuzione dei vaccini alle Regioni sia proporzionata alla popolazione target in fase di vaccinazione, e non a quella generale.
Va ricordato che il Piemonte ha un numero di over60 maggiore rispetto ad altre parti d’Italia e rischia di non ricevere con tempestività la quantità di dosi necessaria per metterli in sicurezza".
Il prossimo arrivo di quantitativi importanti è previsto per il 29 aprile (con le dosi disponibili per le Asl dal giorno successivo) e si tratta di 155mila dosi del vaccino Pfizer, mentre altre 150mila sono attese per il 3 maggio.
Numeri finalmente significativi che dovrebbero mandare a pieno regime la macchina vaccinale nella quale potranno presto entrare anche le aziende che avranno la possibilità di vaccinare, in base al calendario stabilito dal Parlamento per fasce d'età, i propri dipendenti e i famigliari.
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