L’asl di Novara si accanisce contro un povero animaletto indifeso e vuole ucciderlo
Novara 25 febbraio 2023
Vi raccontiamo una brutta storia, brutta perché , ancora una volta, gli umani si rivelano esseri poco sensibili e attenti solo al business
Stiamo parlando di Tina un animaletto ibrido cinghiale-suino domestico, cresciuta con altri animali e con una famiglia umana di Castelletto ticino che le vuole molto bene e la considera un membro della famiglia (come giusto che sia)
Questo è quanto accaduto:
lo scorso agosto c’è stata un’ispezione congiunta di Carabinieri Forestali, Polizia Provinciale e veterinari dell’asl di Novara nella casa di Castelletto Ticino, in provincia di Novara, dove Tina vive.
Sono state contestate alcune irregolarità nella detenzione di un animale come lei ed è stato quindi disposto il suo sequestro amministrativo, ma intanto è stata però affidata in custodia al proprietario Gabriele con una multa di 400 euro e diverse prescrizioni da rispettare, subito adottate dal suo umano per salvaguardare Tina: da allora la maialina vive in un box, non ha contatti con gli altri animali con cui è cresciuta e la sua famiglia umana indossa vestiti e calzature apposite per stare con lei, come richiesto dall’asl.
In quell’occasione è stata anche sottoposta a prelievo diagnostico per scongiurare che fosse affetta da peste suina o altre patologie (tuttora l’esito – negativo – è stato comunicato solo a parole: Gabriele non ha mai ricevuto i risultati dal test).
Tutto faceva pensare che la situazione si sarebbe risolta positivamente, ma lo scorso 23 gennaio 2023 i veterinari dell'asl hanno eseguito una nuova ispezione, prescrivendo nuove misure di bio-sicurezza, diverse rispetto alla visita precedente.
Appena due ore dopo l'ultimo controllo, senza lasciare a Gabriele il tempo di attuare le nuove misure richieste, l’asl di Novara ha imposto l’abbattimento di Tina per un inesistente pericolo di contagio: di fatto, una sentenza di morte.
Il Rifugio Miletta di Agrate Conturbia è venuto a conoscenza del fatto solo qualche giorno fa e ha subito dato mandato all'avvocato Angelita Caruocciolo, che ha immediatamente preparato il ricorso al Tar per evitare che Tina venga uccisa.
Il commenti di Alessandra Motta, presidentessa di Rifugio Miletta «Siamo sconcertati per la mancanza di senso in tutta questa vicenda. - - Tina è un animale cresciuto per essere amato e non consumato. È sana, come risulta dagli accertamenti che la stessa Asl ha fatto, detenuta in condizioni di biosicurezza, come attestato dai documenti fotografici inviati all’Asl nei giorni seguenti a quel fatidico 23 gennaio. Riteniamo assolutamente ingiustificata, nonché moralmente inaccettabile, l’imposizione di abbattimento».
Ricordiamo ai lettori che la scorsa estate, il Ministero Sanità aveva escluso l’abbattimento di suini domestici (ossia non destinati alla produzione alimentare) come misura di contenimento della peste suina; il TAR del Lazio aveva confermato il divieto all’uccisione di animali domestici per prevenire il contagio di PSA, anche se si fosse in zona rossa. (E NON LO SIAMO!!!)
L’unica speranza è che anche il TAR del Piemonte ribadisca lo stesso concetto, permettendo a Tina e alla sua famiglia di vivere in serenità.
Non facciamo passare sotto silenzio questa storia; condividete questo articolo il più possibile per far sapere a tutti quello che sta succedendo e per impedire un’uccisione assurda quanto inaccettabile.
Dobbiamo puntare i riflettori su Tina e salvarla
DP