Anche la sabbia fa danni
È notizia di questi giorni: una immensa nube di polvere sahariana ha attraversato tutto l’atlantico arrivando fino ai Caraibi. A Trinidad e Tobago il servizio meteorologico locale ha diramato un’allerta per l’arrivo di grandi quantità di polvere. La popolazione che vive nella parte meridionale dell’isola, specie quella con problemi respiratori o cardiaci, è a rischio durante questi fenomeni particolari a causa del peggioramento della qualità dell’aria. L’evento assume probabilmente portata storica, con pochi precedenti per estensione e quantità di polveri del deserto che raggiungono i Caraibi. Tuttavia non è insolito questo fenomeno.
L’aria dell'atmosfera o l’acqua degli oceani sono dei fluidi in continuo movimento, capaci di trasportare sostanze di tutti i tipi. E così anche la polvere del Sahara viene sollevata dall’azione del vento e trasportata per migliaia di chilometri, in alcuni casi verso il Mediterraneo, contribuendo a sporcare le nostre auto, quasi sempre appena lavate, in altri verso il continente americano, dopo un lungo viaggio sull’oceano Atlantico.
È quello che sta succedendo in questi giorni, dove grandi quantitativi di polvere del Sahara hanno raggiunto l’isola caraibica di Trinidad and Tobago, determinando lo stato di allerta. Ma c’è da dire molto di più su questo affascinante fenomeno e per farlo dobbiamo spostarci nella parte meridionale del continente americano e precisamente in Amazzonia.
Non tutti sanno che l’esistenza della più grande foresta primaria al mondo è, in parte, garantita dall’apporto di sabbia sahariana da parte della circolazione atmosferica e gli alisei, specialmente durante i mesi invernali (per il nord emisfero), quando il monsone africano si ritira e lascia spazio al ritorno incontrastato degli alisei e dei venti caldi e secchi provenienti dal nord Africa. È curioso come il posto più arido al mondo sia fondamentale per i destini della più grande foresta e di una delle aree più piovose del nostro bel Pianeta.
Circa 28 milioni di tonnellate di polvere del Sahara raggiungono ogni anno la foresta amazzonica, un valore che può essere equiparato a oltre 100 “Colossei” o 50 asteroidi di Tunguska.
Ma come fa la polvere del Sahara a fertilizzare l’Amazzonia? Semplice: la polvere sahariana contiene fosforo, un nutriente fondamentale per le piante, di cui il suolo amazzonico è povero. Ecco spiegato come il deserto del Sahara garantisca la sopravvivenza della ricca e verdeggiante foresta amazzonica.
I cambiamenti climatici previsti nelle proiezioni future dei modelli vedono un possibile aumento della copertura vegetativa nella regione del Sahel, con un allungamento e un’intensificazione della stagione delle piogge e una probabile diminuzione dei flussi di polvere sahariana verso il continente americano. Quanto ne potrà risentire la foresta pluviale è una domanda al momento senza una risposta chiara e scientificamente robusta.
COPYRIGHT Roberto Ingrosso per la pagina FB CHI HA PAURA DEL BUIO
Foto tratta dalla pagina FB di chi ha paura del buio